A Villasanta e Vimercate, in Brianza, le attività di grande distribuzione si espandono e si spostano, occupando suolo libero invece di recuperare aree dismesse. Una volta esaurito tutto il territorio coltivabile, il cibo in vendita sugli scaffali da dove arriverà?
A Villasanta in discussione i vincoli ambientali imposti dalla Provincia
Il comunicato dello scorso 9 febbraio a cura del Coordinamento Osservatorio Ptcp Monza e Brianza ben riassume la lunga vicenda di Villasanta (MB) iniziata nel 2010, quando la società collegata al marchio di distribuzione Gigante e proprietaria del terreno ha chiesto al Comune di Arcore di costruire un nuovo outlet al confine con Villasanta da 26.500 metri quadrati. Villasanta non acconsentì ma anzi fece inserire i terreni negli Ambiti Agricoli del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).
A distanza di 5 anni la proposta diventa quella di un grande centro di produzione, da realizzare sempre su area agricola. Si tratta di un’area a cavallo dei due comuni e dato che, nella parte di Villasanta, i terreni sono come detto vincolati dal PTCP, l’attenzione si concentra sulla parte di Arcore.
Il coordinamento, esprimendosi sulla vicenda, dice che edificare solo su aree dismesse e senza consumare altro terreno verde o agricolo è possibile e che Villasanta non deve derubricare le Aree Agricole Strategiche. La salvaguardia dei pochi terreni agricoli rimasti in Monza e Brianza è stata una prerogativa essenziale per la stesura del PTCP.
Trascurata la possibilità di recuperare aree dismesse
Crescono i dubbi e le polemiche: come è possibile che si favorisca sempre e comunque l’interesse privato a discapito di quello pubblico? C’è sì la promessa di nuovi posti di lavoro, ma sono considerati quelli sottratti ai negozi di prossimità o agli attuali insediamenti che verranno sostituiti da quello in progetto? L’operazione porterà sicuramente un beneficio economico alla proprietà, che ha acquistato terreni agricoli e ora punta a trasformarli, e ai costruttori sempre pronti all’azione: nella stessa zona un’imponente costruzione residenziale-alberghiera aveva già stravolto il paesaggio. Il grattacielo risultò “lievitato” di due piani, abbattuti poi a seguito di un contenzioso.
Ed ancora: perchè dare l’ennesimo colpo di grazia all’agricoltura anzichè incentivare l’occupazione in questo settore? Si confida nella coerenza della Provincia e che le aree restino agricole, anche se i comuni, accecati dall’interesse economico, dovessero spingere per l’edificazione come più volte successo. Se non sarà così, cosa succederà quando saranno inesorabilmente esaurite tutte le aree coltivabili? Chissà quale cibo sarà lavorato e smistato in questo centro di produzione.
Eppure la soluzione è lì a portata di mano. La ricorda il Comitato Beni Comuni – Osservatorio Antimafie di Monza e Brianza che si è anch’esso espresso sulla vicenda: quale miglior occasione di “sfruttare” le aree dismesse presenti nella zona? ex Gilera, ex Falk, ex Delchi-Carrier e i capannoni liberi sui terreni dell Lombarda Petroli? Una soluzione che sarebbe in armonia e in equilibrio con gli altri interessi in gioco (difesa del suolo, dell’Ambiente e dei Beni Comuni).
Non capirlo è sempre un clamoroso errore, ancor più grave se commesso nella provincia più urbanizzata d’Italia e nel 2015, proclamato anno internazionale del suolo.
A Vimercate espansione e nuove abitazioni
A soli 4 km, a Vimercate (MB), qualche settimana fa è stato nuovamente presentato alla cittadinanza il progetto di spostamento di un’altra struttura per la grande distribuzione, questa volta a marchio Esselunga. Con lo spostamento la superficie commerciale sarà raddoppiata e altre aree agricole (non strategiche ma da PTCP classificate come “altre coltivazioni”) verranno urbanizzate. Nelle previsioni di progetto c’è la scelta di realizzare, oltre a quello sotterraneo, un grande parcheggio all’aperto: un’ulteriore superficie che sarà quindi coperta dall’asfalto.
Ma c’è di più: a contorno dello spostamento verranno realizzate anche nuove abitazioni, in edilizia convenzionata ma anche libera. Tre edifici di quattro piani, uno di 7 e due torri da 16 e 14 in piani. Per il comune un bell’incasso in termini di oneri e diverse opere di interesse pubblico realizzate dal proponente.
Ce n’era proprio bisogno?
Nel 2012 Vimercate ha risposto al Censimento del Cemento promosso da Salviamo il Paesaggio. La compilazione è avvenuta nel modo corretto, tanto che la città è risultata tra le 3 più precise della Provincia, insieme a Mezzago e Monza. I numeri cosa dicono? Su poco più di 13.000 unità immobiliari abitative totali presenti nel territorio comunale, quelle non occupate risultavano 2.483 (fonte Banca Dati Ecografica).
In tutta la Lombardia vengono persi 20 metri quadrati di suolo ogni secondo (fonte report annuale del Wwf «RiutilizziAmo l’Italia»). Nella Regione e nel Vimercatese non si è certo registrato un boom di vendite negli ultimi anni. C’è proprio bisogno di nuove abitazioni? I cittadini invitati nel 2014 ad esprimersi sul progetto si erano già posti questa domanda. Il dubbio rimane.
Luca D’Achille
[…] 2015 ci fu una prima proposta che oggi si ripresenta. Cosa è successo in questi due anni? Perché la precedente si era fermata? […]
Sono un cittadino di Vimercate, nonché consigliere comunale, ed ho sollecitato personalmente l’amministrazione del mio comune affinché partecipasse al sondaggio per rilevare gli edifici inutilizzati, dato essenziale per poter progettare lo sviluppo edilizio.
Condivido la critica che viene fatta nell’articolo che mette in luce la mancanza di necessità e di prospettiva che emergono dal piano di intervento “Esselunga”, oltre ad una evidente mancanza di coerenza del nostro comune che ha partecipato al censimento riconoscendo l’elevata quantità di edifici inutilizzati presenti nel nostro comune e nonostante questo decide di costruire nuovi edifici su suolo agricolo.
A questa critica affianco l’evidenza dell’uso strumentale che è stato fatto di un sondaggio condotto dall’amministrazione per scegliere tra due progetti (A e B) su come edificare l’area.
Tale sondaggio è stato citato come giustificativo per la decisione di costruire le torri (testualmente dalla delibera: “L’unica direttiva [del PGT] non seguita appieno è quella relativa alla tipoligia edilizia essendo presenti nel Planivolumetrico edifici a torre, derivanti dalle proposte progettuali del privato, finalizzate tra le altre cose all’utilizzo di una minore superficie coperta complessiva. Il percorso partecipativo, sviluppato dall’AC nell’estate 2014, ha portato a ritenere accettabile tale tipoligia nei limiti in cui la partecipazione si è espressa (cioè soluzione progettuale B)”
E come avrebbe potuto la cittadinanza esprimersi contrariamente alle torri o alla costruzione in generale? Entrambi i progetti prevedevano pari volume e contenevano torri, sia il progetto A che il progetto B. Questa, per me, come ho già avuto modo di dire, è una presa in giro della cittadinanza.
Ritengo che la nostra città meriti migliori prospettive e maggiore onestà.