Alla luce di quanto sotto esposto chiedo a Esselunga:
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di rivedere le politiche per la scelta dei siti per i suoi futuri insediamenti evitando di costruire su aree ancora naturali o di pregio culturale o storico
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di pensare meglio le sue campagne pubblicitarie che non devono indurre le persone a perseverare con comportamenti dannosi per la sopravvivenza della vita sul nostro pianeta
Chiedo questo perchè ho letto il “Codice etico e di comportamento” di Esselunga che ho scaricato qui in gennaio 2016.
In esso si afferma che l’ambiente va salvaguardato e che Esselunga “impiega responsabilmente le risorse, assumendo come scopo uno sviluppo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle generazioni future.”
Al paragrafo 13 di detto Codice inoltre leggo:
“Il Gruppo Esselunga adotta un sistema di gestione sicurezza e ambiente con il quale si impegna a:
- considerare l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, fattori strategici da preservare nell’esercizio e nello sviluppo delle proprie attività;
- pianificare ed in seguito implementare le proprie attività lavorative con criteri in grado di prevenire e ridurre gli impatti sull’ambiente”
Ebbene ci sono almeno due casi in cui Esselunga a mio avviso si è comportata in maniera difforme da quanto dichiara. Specifico che Esselunga formalmente non ha infranto regole e/o piani urbanistici, ma sostanzialmente si è comportata in un modo non coerente con le sue dichiarazioni.
Il primo consiste nella scelta della collocazione di un suo centro commerciale di prossima apertura a Monza all’incrocio tra viale Stucchi e via Libertà vicino al confine con Concorezzo.
La provincia di Monza e Brianza ha uno dei più elevati livelli italiani di cementificazione del suolo: decidere di costruire su una area che di fatto era agricola quando ci sono centinaia di aree già edificate da recuperare non mi pare coerente. Andando a Monza da quell’incrocio si godeva un bellissimo panorama verso la Grigna e il Resegone e ora nessuno lo renderà più agli abitanti: anche lo spirito vuole la sua parte! (Nella foto si intravede il monte Resegone che faceva da sfondo all’area agricola in questione. A lavori ultimati non si vede più nulla per via del muraglione costituito dall’edificio di Esselunga). Inoltre il Corridoio ecologico del Nord Milano evidenziato dalla Provincia di Milano (che unisce da est a ovest i parchi lombardi dall’Adda al Ticino) a poche centinaia di metri da questa zona ha uno dei suoi punti critici a causa dell’eccessiva concentrazione di costruzioni. All’epoca del progetto di questo insediamento molti gruppi locali di cittadini hanno segnalato questo problema, non potevate ignorarlo!
Il secondo caso riguarda la campagna promozionale di fine anno che gratificava i clienti con una AUTOMOBILE (a benzina, 999 cc, 70 cv) e lo spot in cui si vede Babbo Natale e le sue renne – una immagine molto forte per l’immaginario dei bambini – che, in un ambiente bello e incontaminato, abbandona la sua slitta e preferisce un mezzo inquinante!
Siamo a poche settimane dall’incontro internazionale di Parigi sul cambiamento climatico (COP21) di cui si parla da mesi e voi ancora regalate 1.000 automobili con motore a scoppio? Perché – con il terribile e incombente problema climatico – non regalate ai clienti cappotti o finestre isolanti per migliorare le prestazioni energetiche delle loro case oppure elettrodomestici ad alta efficienza per permettere di risparmiare energia e quindi ridurre le emissioni climalteranti?
Una azienda importante non può più esimersi dal facilitare ai propri clienti l’assunzione di atteggiamenti più responsabili verso la società e l’ambiente.
Aspetto la risposta ufficiale di Esselunga che mi dia precise garanzie in merito. E’ in gioco la sua credibilità.
Ho lanciato su change.org come privato cittadino questa petizione: https://www.change.org/p/bernardo-caprotti-chiedo-a-esselunga-di-onorare-il-suo-codice-etico-rispetto-a-consumo-di-suolo-e-al-clima
Ringrazio per l’attenzione e invio distinti saluti.
Roberto Brambilla
Penso che sia inutile chiedere a chi ha il profitto come fine ultimo ed il consumismo compulsivo delle persone come modo per accumulare capitali di essere sostenibile e coerente con il proprio codice etico. I cambiamenti dovrebbero partire da ogni singola persona. Ad esempio se dei supermercati non si servisse nessuno privilegiando mercatini e piccoli produttori, si potrebbero azzerare quasi del tutto i problemi derivanti da cementificazione e inquinamento dei cibi. Quindi occorrerebbe fare più informazione pulita e corretta e proporre alla gente punti di acquisto equosolidale. Buona giornata!
CaBanca Intesa ro Good Bear, vedo solo ora il tuo commento. Rispetto il tuo pensiero e però vorrei farti norare che il tuo scritto è pieno di condizionali… Purtroppo i supermercati ci sono e agiscono pesantemente sul contesto sociiale, ambientale ed economico. Occorre farsene una ragione, almeno a breve termine. Qiondi a mio avviso fare pressione su una delle catene più grosse, significherebbe in caso di vittoria che altre aziende seguirebbero a ruota!