Costruzioni e abusi in alta quota. Il cemento avanza anche sulle Alpi

Dimenticati i protocolli di protezione: 740 ettari urbanizzati in 5 anni.

Paolo Pileri – ordinario di pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano e tra i componenti del Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare del Forum Salviamo il Paesaggio estensore della nostra Proposta di Legge Popolare per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati – ci segnala un articolo pubblicato dal quotidiano “La Stampa” che prende in esame l’avanzare rapido e costante di opere di cementificazione nel delicato territorio delle nostre Alpi.

Nell’articolo è lo stesso Pileri a fornire alcuni dati e spiegare la situazione venutasi a creare, in particolare (per quasi il 50 %) negli ultimi sette anni. Progetti spesso di piccola portata che, però, creano un forte impatto per l’equilibrio di queste aree e spesso rischiano di passare inosservati. Eppure stiamo parlando di un territorio di cinquantamila chilometri quadrati in cui risiedono quasi quattro milioni di persone, più o meno gli stessi abitanti di quattro aree metropolitane come Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto, ma sparse su un territorio vasto quattro volte tanto. Secondo l’Ispra, gli ettari urbanizzati sono già circa 205 mila: impianti sciistici e strutture di risalita, hotel, parcheggi multipiano a disposizione dei turisti, piccole strade che attraversano i boschi, lottizzazioni ai margini dei centri abitati che tentano così di allargare la loro cintura urbana.

Pileri aggiunge: «I casi sono davvero tanti e sfuggono al controllo del Ministero dell’Ambiente, che dovrebbe tutelare il tesoro naturalistico delle Alpi. Nei Comuni montani non esistono disposizioni ad hoc che si richiamino alle norme sul consumo del suolo o alla Convenzione delle Alpi, protocollo che l’Italia ha siglato dopo quasi vent’anni, con un grave ritardo che ne ha ridotto l’efficacia».

E’ un grido di allarme in piena regola, di cui non possiamo ignorare la drammatica urgenza per sollecitare interventi in grado di correggere la pericolosa direzione imboccata.
Nelle Alpi è facile scivolare in un burrone … E la nostra modernità questo rischio lo sta correndo in assoluto.

Qui potete leggere l’articolo completo.

 

2 commenti

  1. Quando sono in Valle d’Aosta noto sempre più che i paesi si allargano, ma ultimamente ho notato una costruzione di un ascensore per Cheneil comune di Valtournenche, per favorire l’ascesa dei turisti a godere del panorama e mangiare panna e mirtilli nel ristorante,
    SPESA:
    PIU’ DI UN MILIONE DI EURO assurdo, poi non si hanno i soldi per mettere in sicurezza i terreni.

  2. in linea con la cementificazione delle Alpi si profila la ricandidatura di Torino per le olimpiadi invernali, con l’approvazione del grillini (chi l’avrebbe mai detto?). Non è bastata la colata di cemento del 2006?

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