Il caso sollevato dalla veneta Fassa Bortolo si conclude con un no: c’è un insediamento pre-ellenico. La risposta della società è sprezzante.
La Sovrintendenza regionale siciliana ai beni archeologici ha dato parere negativo al progetto di avvio di un sito estrattivo ad Agira dell’azienda “Fassa Bortolo” di Spresiano (Treviso). Lo si apprende da fonti interne alla società, che hanno ricevuto due giorni fa la comunicazione.
Questo, sottolineano le stesse fonti, nonostante si tratti della Sovrintendenza che, in passato, aveva autorizzato l’indagine di ricerca mineraria e nonostante una Valutazione di impatto ambientale favorevole ai proponenti.
Nell’area che verrebbe interessata dall’attività estrattiva, sul versante meridionale del Monte Scalpello, si trovano reperti che confermano la presenza di un insediamento umano pre-ellenico, peraltro già individuato nel corso delle ispezioni effettuate nel 2014 e sostenute dalla stessa Fassa Bortolo, con archeologi nominati dalla Regione.
Adesso, però, l’azienda risponde con una dichiarazione sprezzante: “Occorre che i siciliani risolvano da soli i loro problemi – ha commentato il presidente Paolo Fassa – e decidano se siano più importanti quelle pietre allineate o 100 posti di lavoro nella provincia italiana in cui la disoccupazione giovanile è la più alta del Paese”. L’azienda era pronta con un investimento da 25 milioni. “Per poter fare quell’impianto – ha aggiunto Fassa – abbiamo già investito 2 milioni, ora non ci rimane che replicare con opportuni ricorsi, purché le risposte siano rapide, non possiamo attendere in questa incertezza“.
In quella zona nel 2014 furono trovati resti fossili di ittiosauri (rettili marini preistorici), i primi rinvenimenti del genere in tutta l’Italia meridionale. A ridosso della cava poi si individuano i resti di un villaggio ellenizzato del VII-IV secolo avanti Cristo. Sul pianoro sommitale di Monte Scalpello vi sono testimonianze di età bizantina, medievale e normanna.
Salvatore Lo Balbo, responsabile Cgil Sicilia Dipartimento Politiche Territorio, Aree Urbane e Abitative interviene nella questione con queste considerazioni: «Un’azienda come Fassa Bortolo, così importate per il settore, non può e non deve creare “contrapposizioni tra le pietre”. Pietre pre-elleniche e cava ad Enna possono coesistere, basta trovare le giuste soluzioni senza arroganza o superficialità burocratica. Le “quattro pietre” pre-elleniche non si possono spostare, la cava si. In Sicilia e a Enna sono centinaia le cave dismesse da riutilizzare per l’estrazione di materie prime adatte per le esigenze industriali dell’azienda».
Fatto anche io, grazie!
[…] Enna, no alla cava: ci sono reperti antichissimi. L’azienda: «Meglio quattro pietre o il lavoro?» L’articolo su Salviamo il Paesaggio […]
In merito alla sostanza della questione, nulla da aggiungere. In merito alla posizione assunta dall’azienda Fassa (e relativo tono con la quale è stata espressa pubblicamente) vale la pena fare un collegamento con un dato dello scorso anno: “Il rapporto di Legambiente e Ambiente Italia sulla sostenibilità ambientale delle nostre città vede 6 capoluoghi veneti di provincia su 7 posizionati ai primi posti della classifica, con Treviso che fa da star per il miglior recupero di posizioni, dal 23° al 9° posto. Treviso è al secondo posto in assoluto nella raccolta differenziata (85% del totale prodotto).” Come dire: in “casa” tutto in regola, oltre la staccionata … il far west.
Ancora una volta si cerca di far prevalere la “forza” del Dio Economia sul buon senso, brandendo l’abituale arma ricattatoria della nuova occupazione per favorire un progetto che, nella realtà, danneggia il Bene Comune e vuole cancellare i segni della storia e della memoria.
Molto opportuna la coraggiosa presa di posizione della CGIL siciliana e le sue proposte di ricercare alternative che coniughino prospettive per il lavoro e rispetto ambientale.
Alla CGIL il nostro pieno appoggio in questa delicata fase di ricerca di un dialogo senza il quale diventa impossibile ipotizzare i confini di un corretto modello di società …
Alessandro Mortarino