Secondo uno studio pubblicato da Nature, gli impegni presi alla COP21 non basteranno: nel 2300 il mare sarà più alto di 0,7 oppure 1,2 metri, a seconda di quanto verranno tagliate le emissioni di gas serra.
Anche se dovessero concretizzarsi le definitive limitazioni alle emissioni di gas serra, gli effetti dei cambiamenti climatici perdureranno. Tra questi, l’innalzamento del livello del mare continuerà ad essere una delle conseguenze dirette più gravi. Lo conferma una ricerca pubblicata dal magazine online Nature Communications, che ha posto l’attenzione su un prossimo significativo rialzo del livello delle acque, nonostante un futuro raggiungimento degli obiettivi dettati dagli Accordi di Parigi per limitare il riscaldamento globale. Accordi stabiliti nel 2015 che prevedono di contenere il riscaldamento sul nostro pianeta al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo sotto a 1,5°C.
Quantificando gli effetti potenziali dei target fissati dal patto sul clima, i ricercatori hanno stilato una proiezione del livello del mare nel futuro: lo studio stima un innalzamento delle acque tra 0,7 e 1,2 metri nei prossimi due secoli, a seconda di quanto riusciremo a tagliare le nostre emissioni. Inoltre la stabilizzazione della temperatura prevista al di sotto dei 2°C potrebbe non escludere – secondo i ricercatori – un innalzamento delle acque superiore a 1,5 metri, entro il 2300. L’analisi pubblicata sul Nature Communications rivela anche le possibili conseguenze in caso di ritardi e posticipi nell’ambito delle limitazioni alle emissioni di gas serra. Dopo il 2020, anno in cui entreranno in vigore gli Accordi di Parigi, la posticipazione del picco più alto di emissioni tra il 2020 e il 2035, comporterà ogni 5 anni un aumento di 20 centimetri del livello del mare. Un rialzo dovuto, per l’appunto, allo scioglimento di ghiacciai e calotte glaciali, e dell’aumento delle temperature acquatiche in tutto il mondo.
Gli effetti del riscaldamento globale sono, secondo i ricercatori, “un’eredità che si svilupperà pienamente solo nei secoli a venire”. I risultati, infatti, sottolineano l’importanza di intervenire il prima possibile con “un’azione di mitigazione” che non faccia pagare alle future generazioni le conseguenze dei cambiamenti climatici; a maggior ragione di fronte ai dati che accertano dei danni in caso di ritardi nello stop alle emissioni. Gli effetti dell’innalzamento delle acque, a dire il vero, sono visibili tutt’oggi, con inondazioni e cedimenti del terreno, e ogni centimetro in più di mare può rivelarsi decisivo per le milioni di persone che abitano le zone costiere e le isole.