A cura del Comitato Salviamo il Paesaggio Valdossola.
A proposito di Interconnector Svizzera-Italia 380 kV, i 76 nuovi documenti progettuali (integrazioni, relazioni, controdeduzioni, risposte, interpretazioni, tavole, sezioni, foto-simulazioni, calcoli, ottimizzazioni, ecc …) apparsi da qualche giorno sul sito del Ministero dell’Ambiente, congiuntamente ad un primo comunicato stampa di Terna SpA del 4 giugno u.s., sembrerebbero configurarsi come un nuovo progetto che ha risolto tutte le problematicità del superelettrodotto transfrontaliero in altissima tensione (THT).
E siccome i problemi di Interconnector sono tutt’oggi argomento di discussione e di grande inquietudine presso le oltre 55 Amministrazioni comunali delle Province del VCO, Novara e Milano, coinvolte da 4 anni a questa parte, alcune già dal 2012, altre addirittura da prima del 2009, Terna aggiunge che queste proposte supplementari e volontarie integrate allo studio di impatto ambientale sono state prodotte per venire incontro alle esigenze dei territori interessati dall’opera elettrica.
Non è così.
E’ inaccettabile leggere che si sia “voluto dare ascolto alle richieste del territorio”, quando le ottimizzazioni presentate tra le nuove integrazioni sono di fatto riducibili ai seguenti interventi:
a) interramento di piccole linee elettriche in bassa e media tensione per brevi tratti, quanto l’intero Interconnector percorrerà 218,8 km a coprire il cielo per tutto il lungo del suo tracciato, facendo scempio delle più belle zone montane della Formazza, dell’alta Antigorio, della Cravariola, di Matogno, della Val Isorno, del Lusentino, del versante ossolano ai confini con il Parco nazionale della Val Grande, del fondovalle e così via fino in Lombardia;
b) accorpamento di 4 linee su due palificate, che sono in verità delle razionalizzazioni strutturali dovute presumibilmente per evitare perdite di carico, un intreccio improprio e disordinato di vecchi cavidotti aerei che richiedono soventi manutenzioni onerose;
c) piccoli spostamenti di piloni per non interferire con i piani urbanistici di alcuni comuni dell’alto novarese per non ritrovarsi magari bloccati in eterni ricorsi in Tribunale, dal momento che i vincoli urbanistici non si superano tanto facilmente;
d) aggiramento dell’interferenza con le aree protette della Rete Natura 2000 e del Parco Nazionale Val Grande, a prima vista un gran successo ambientale, in realtà lo sapevano da tempo tutti, da Vogogna a Bruxelles via Torino-Roma, che Interconnector nei Parchi non sarebbe mai potuto passare;
e) prendiamo poi atto che con i cavatori dell’Ossola, Terna trova la quadra, mentre con il settore turistico locale che ne sarà ugualmente penalizzato, Terna rimane sorda agli inviti di ripensamento e revisione del progetto.
In pratica, Terna addolcisce la pillola, ma le magagne rimangono.
Questo sarebbe il venire incontro alle rivendicazioni del territorio? Con tutta la mole di osservazioni scritte inviate al Ministero dai territori, da parte di Comuni, associazioni, comitati e cittadini ai quali sono state date controdeduzioni evasive o contestabili?
Guardiamo le foto, leggiamo il progetto fino in fondo, facciamo due conti su quello che è stato veramente chiesto dai territori e su quello che dicono di aver recepito.
1. Chiediamoci ad esempio perché la Razionalizzazione delle vecchie linee elettriche in AT della Val Formazza non è mai stata avviata da 9 anni, quando invece fu firmato un protocollo d’intesa con la Regione Piemonte nel 2009 per realizzarla e quando si sarebbero potute interrare dalla Cascata a Fondovalle 11 km di linee a 220 kV (e non qualche centinaio di metri in media e bassa tensione).
2. Domandiamoci perché insistono a voler importare dalla Svizzera della corrente elettrica che gli svizzeri non ci daranno mai più, tanto meno a prezzo ribassato, perché le loro centrali nucleari sono già in via di dismissione adesso.
3. Come è possibile che il progetto “Passo San Giacomo – Turbigo 380 kV”, presentato negli anni 1990 da Enel con gli stessi obiettivi di oggi (importare energia dalla Svizzera), già cassato dalla Regione Piemonte nel 1995, possa essere riproposto dopo quasi trent’anni con un nome più moderno, Interconnector, ma come un’opera nata già vecchia, costruita con le stesse strutture (tralicci e cavi aerei) del 1954, quando erano ancora in vita i nostri nonni e quando oggigiorno in tutto il mondo si realizzano elettrodotti interrati con moderne tecnologie.
4. Interroghiamoci su cosa si nasconde dietro al progetto che vede due centrali di conversione AC/DC sul territorio italiano, quando per altre interconnessioni transfrontaliere ogni nazione confinante si accolla una delle due stazioni elettriche (Val di Susa, Greenconnector, Montenegro).
Chiediamo a Terna di dirci perché è così interessata ad avere a disposizione un 380.000 Volt in corrente alternata in Val Antigorio dalle parti di Piedilago – Agaro e che fine ha fatto il vecchio progetto degli anni ’90 della mega stazione di pompaggio di Premia con bacino di invaso e diga nell’alveo della Toce, la quale aveva ricevuto giudizio positivo di compatibilità ambientale nel 1996 dall’allora Ministero Ambiente, a patto che anche il nuovo elettrodotto Passo San Giacomo – Turbigo fosse autorizzato dallo Stato.
5. Facciamoci spiegare perché altrove si interrano i cavidotti elettrici, (Interconnector Piossasco-Grand Ile 380 kV) mentre da noi bisogna fare per forza una nuova linea aerea con 721 piloni e tralicci alti da 40 fino a 70 metri, con 19 cavi elettrici a grande sezione e in altissima tensione.
6. Pretendiamo di sapere come, dove e quando pensano di neutralizzare il danno ambientale di Interconnector, spuntato all’ombra della Razionalizzazione della Val Formazza, già dovuta come opera compensativa di altro danno ambientale arrecato con la TrinoLacchiarella 380 kV (danno su danno).
7. Riflettiamo su un’opera che costa 1 miliardo di euro che tutti noi cittadini abbiamo già pagato almeno 4 volte con le nostre bollette della luce per avere della corrente in più, quando invece da anni ne consumiamo sempre di meno (fonte GSE) e che noi semplici utenti mai riusciremo a pagare di meno …!
8. Facciamoci sottoscrivere quali e quante assunzioni di nuovo personale verranno attuate presso la popolazione residente, in strutture industriali che saranno completamente automatizzate.
9. Facciamoci spiegare, anche dai politici del territorio, come si potrà ancora parlare di sviluppo turistico sostenibile in una Valle che perderà per sempre i propri paesaggi più pregiati.
10. Ci garantiscano per ultimo ancora una volta che ne sarà della salute delle persone residenti e in soggiorno sotto la linea di Interconnector Svizzera-Italia 380 kV e accanto alle stazioni di conversione.
Ora i Ministeri dell’Ambiente (MATTM) e dei Beni Culturali (MiBACT) dovranno valutare la Valutazione Impatto Ambientale anche su queste ulteriori integrazioni progettuali, che si aggiungono agli oltre 1400 documenti, molti di centinaia di pagine, riguardanti i progetti Razionalizzazione Val Formazza e Interconnector Svizzera-Italia; così dovranno fare anche le conferenze dei servizi regionali di Piemonte e Lombardia. Inoltre, tutti i cittadini potranno presentare le loro osservazioni di rito inviando a Roma le proprie preoccupazioni entro 60 giorni.
Il gruppo di lavoro di Salviamo il Paesaggio Valdossola leggerà attentamente la documentazione integrativa e produrrà le proprie osservazioni, così come tutte le associazioni e comitati riuniti nel Coordinamento NO Interconnector Svizzera-Italia.
Anticipiamo che lo stesso Coordinamento NO Interconnector, probabilmente già nel mese di luglio di quest’anno, organizzerà un’assemblea pubblica aperta a tutti, per fare il punto della situazione del progetto TERNA e analizzare insieme la nuova documentazione depositata.