Tre autostrade, tre fallimenti costati (e non è finita qui) fior di miliardi alle casse pubbliche, con l’aggiunta di aumenti delle tariffe di percorrenza rivedute al rialzo ogni anno, che gravano sui viaggiatori. Bilanci fallimentari che si aggiungono al consumo di suolo, con danni all’economia agricola e al paesaggio, e inquinamento a non finire, le autostrade continuano a sfornare bilanci fallimentari. I numeri da profondo rosso non toccano più di tanto lo Stato e la Regione Lombardia, fautori del progetto Vigevano-Malpensa (superstrada che, ricordiamolo ancora, non va a Milano), una fissazione da oltre 20 anni che sconquasserà inutilmente due parchi: quello del Ticino e l’Agricolo Sud Milano.
Per due delle tre società i bilanci del 2017 non sono ancora usciti (Teem e Brebemi), ma Francesco Bettoni, presidente di Brebemi, in questi giorni si è lanciato in dichiarazioni di puro ottimismo: “Nel primo trimestre i ricavi sono aumentati del 27,2% rispetto allo stesso periodo del 2017 e questo è il dato di cui avevamo bisogno. Il traffico è aumentato, con un +24,5% per i mezzi pesanti e un +22% per quelli leggeri. In aprile c’è stato un incremento del 25,1% rispetto allo stesso mese del 2017, segno che c’è continuità e non è solo l’effetto della sorpresa. Nel primo trimestre l’Ebitda (il margine operativo lordo, ovvero ricavi meno costi) e’ salito del 38,8% e l’Ebit (l’utile di esercizio) del 44,5%. Ora una ulteriore crescita. Come tutte le autostrade abbiamo avuto un periodo difficile, un inverno complicato, quindi la bella stagione si apre ora, anche per il commercio e il turismo, quindi contiamo che questi dati non siano solo confermati, ma anche aumentati”. Dati (ripresi dal giornale QuiBrescia del 18 maggio scorso) più che rosei ma che, se Brebemi fosse quotata in Borsa, lascerebbe basiti gli analisti: senza i dati del bilancio 2017 questa schiera di numeri confonde più che chiarire, perché non si raccordano con il profondo rosso del 2016 e con la necessità di ripagare gli ingenti prestiti e gli elevati ammortamenti.
Il treno va alla grande, è questa la “strada” da percorrere
I dati pubblicati da Trenord, che gestisce le ferrovie lombarde, sembrano più attendibili. Nel 2017, la società ha toccato il record di passeggeri trasportati, raggiungendo755mila clienti nei giorni feriali (+2,8% rispetto all’anno precedente), 390mila il sabato (+3,2%) e 281mila nei festivi (+4,1%). Complessivamente Trenord ha trasportato nell’anno 203milioni di viaggiatori. Il bilancio di esercizio evidenzia la continua crescita del servizio ferroviario lombardo: 804,319 milioni di ricavi (+ 5% sul 2016): Ebitda 77.548 milioni (+1,8%) e un risultato netto di 10,522 milioni (+14,4%). Da notare, poi, l’elevato numero di personale occupato!
Nei prossimi anni, il Piano di Trenord al 2020 prevede oltre 600 milioni di euro complessivi di investimenti, di cui 415 milioni per la sostituzione della flotta vetusta. E, aggiungiamo da parte nostra, che se migliorerà la qualità del servizio di trasporto, tallone d’Achille denunciato continuamente dai pendolari – costretti spesso a subire ritardi e disservizi da terzo mondo – i dati saranno ancora più rosei.
In sintesi: le autostrade sono in perdita, le ferrovie vanno a gonfie vele. Perché allora gettare al vento 220 milioni pubblici (ma è già previsto che saranno molti di più) per realizzare la Vigevano-Malpensa e non raddoppiare la ferrovia che porta a Milano? Perché ostinarsi a privilegiare i cittadini automobilisti e non accettare che la Lombardia è territorio delle ferrovie, strumento cardine per migliorare la connessione e la mobilità della Lombardia in maniera sostenibile e sensata?
Some Empirical Findings: a Comparison between Eurotunnel and the Lombardy Case
(BreBeMi, Pedemontana, TEEM)
DOI https://doi.org/10.21552/epppl/2018/2/9
European Procurement & Public Private Partnership Law Review>Volume 13 (2018), Issue 2 > Pages 138 – 146