In relazione alla firma del Protocollo d’intesa tra il Demanio e la Cooperativa privata milanese “5°elemento”, concernente il bando per la cessione in uso gratuito della batteria costiera SR 413 di punta del Giglio, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, le associazioni di Alghero Gruppo di Intervento Giuridico, Legambiente, Lipu e Nel vivo della Storia hanno inviato una lettera alle istituzioni locali, regionali e nazionali, per manifestare le preoccupazioni e contrarietà alla trasformazione di questa struttura in ostello privato con annessi servizi di ristoro e logistici.
Vi sono alcuni aspetti per lo meno curiosi, nella formulazione del bando “Cammini e Percorsi” pubblicato dal Demanio Nazionale e dei protocolli d’intesa stipulati, che abbiamo menzionato nella nostra lettera alle istituzioni.
Non stupiscono l’atteggiamento acritico e l’entusiastica approvazione da parte del Comune di Alghero, responsabile, solo sulla carta, di Punta del Giglio, mentre stupisce il complice silenzio della dirigenza del Parco di Porto Conte che dovrebbe, con forza, rivendicare il suo ruolo di attore principale.
E’ colpevole, soprattutto da parte delle istituzioni locali, l’ignoranza della storia della batteria definita “antiaerea” quando in realtà essa era una complessa batteria costiera antinave protagonista (purtroppo in negativo) dell’unico episodio bellico navale della zona di Alghero.
Com’è colpevole che non siano mai menzionati i grandi disegni e scritte realizzati sulle pareti della caserma dai militari che vi soggiornarono durante la guerra: essi sono da inserire nella storiografia locale come esempio di “storia dal basso”.
La batteria, bene storico protetto ai sensi del Piano Paesaggistico Regionale, è locata in un’area di salvaguardia assoluta ed ecologica, all’interno del Parco Regionale di Porto Conte.
E’ stata definita, tra l’altro, per decreto del Direttore Regionale del MIBACT, come “parte della memoria locale e nazionale ed è da ritenersi d’interesse culturale”; l’area è altresì definita come SIC e ZPS dal Comune di Alghero.
La ricca flora comprende specie endemiche di elevato valore naturalistico e l’avifauna, oltre alle specie migratorie, comprende 8 specie nidificanti che sono inserite nell’allegato 1 della Direttiva Uccelli dell’U.E.
Abbiamo esaminato la sintesi di progetto presentata da “Il 5° Elemento”, la cooperativa milanese (creata nel novembre 2017, poco prima della scadenza del bando l’11/12/2017), che si è aggiudicata il bando stesso; le solite parole magiche rassicuranti di stampo pseudo-ambientalista (ecosostenibile, sinergia, ambiente, materiali di origine naturale, ecc.), non possono nascondere il fatto che il loro “polo esperienziale” avrà sicuramente impatto negativo sia sulla caserma, sia sull’ambiente.
E’ elementare e logico pensare che la trasformazione della caserma in alloggio, punto di ristoro (cucina algherese!), vendita prodotti, officina per cicloturisti, necessiti di lavori edili, della fornitura di elettricità, acqua, servizi igienici, approvvigionamento, smaltimento rifiuti la cui posa in opera e gestione impatterà pesantemente sull’ambiente (transito di automezzi, rumore, luci notturne, odori).
Per non parlare della veranda da costruire ex-novo, che nel “rendering” incluso nella presentazione, appare colonizzata da rampicanti, assenti nella flora locale: è vietata e severamente sanzionata, la messa a dimora delle piante alloctone nel Parco.
Saranno piccolezze per chi ha realizzato il grafico del progetto e dimostrano quanto sia strano il senso della sostenibilità ambientale che lo stesso dimostra, davvero irritante.
La vendita di prodotti tipici, organizzazione di manifestazioni culturali, ecc. aggiungerebbero ulteriori elementi di disturbo e si configura in concorrenza con le analoghe iniziative promosse dal Parco a Casa Gioiosa.
A questo si aggiunga la presenza continua, anche durante le ore notturne, di addetti e turisti (di certo non frati votati al silenzio) che vi soggiorneranno.
Siamo curiosi di sapere ove verrà installata la scuola di vela.
La delicatezza dell’ambiente di Punta del Giglio ne vieta l’uso sia per la sosta con pernottamento, sia come area ricreativa. L’unico uso, ancor oggi praticato, è quello della sosta temporanea, fino al tramonto, per ammirare panorama, ambiente e storia.
Noi riteniamo che la batteria, dopo restauro conservativo, debba rimanere una struttura museale e di turismo ambientale responsabile e sostenibile di tipo giornaliero, sotto la responsabilità del Parco di Porto Conte (ammesso che questi voglia e possa farsene carico).
A Porto Conte esiste l’ex caserma della Finanza (Foglio 31, particella 14 del Catasto) che potrebbe essere utilizzata per gli scopi proposti nel bando.
Siamo fiduciosi che le istituzioni competenti (specialmente la Soprintendenza ABAP di Sassari) recepiranno le nostre istanze e che la batteria potrà essere ristrutturata senza snaturare il messaggio storico e naturalistico che essa ci offre.
Le nostre organizzazioni, in prima linea nella tutela della natura e degli ambienti storici, s’impegneranno in un’attiva vigilanza e in un’opera d’informazione e mobilitazione affinché la batteria non venga mercificata in una struttura ricettiva di cui, Punta del Giglio, di unico ed incontaminato valore storico e ambientale, non ha bisogno.
Gruppo di Intervento Giuridico, Alghero;
Legambiente, Alghero;
Lipu Alghero;
Nel vivo della Storia, Alghero