Trivelle: dura presa di posizione del Ministro all’Ambiente Sergio Costa

Sono per il no alle trivelle; le trivelle passano per le valutazioni di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza. E’ la libertà di chi ha un altro lavoro”. Lo dice Sergio Costa, Ministro in carica dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare durante un comizio per la candidata del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione Abruzzo.

La sua chiara posizione emerge dopo una lunga fase di dibattito, dai toni serrati, fra Lega e Movimento 5 Stelle che sul tema delle trivellazioni paiono mantenere orientamenti difficili da condividere e certamente vede pressioni rilevanti sullo stesso ministro. Che, però, pare avere scelto la linea rigida, tanto da annunciare che il ministero farà causa per risarcimento danni a Edison per il disastro ambientale provocato dalla discarica di Bussi, dichiarandosi pronto a opporsi ad altre scelte e minacciando le sue dimissioni.

Il Movimento 5 stelle spinge per lo stop alle trivelle attraverso un emendamento al decreto Semplificazioni, ma la Lega mantiene un’idea contraria e annovera il ministro tra gli “uomini del NO a tutto“, affermazione che Costa ha più volte restituito al mittente dichiarandosi un “uomo dei SI, nella circostanza SI alle energie rinnovabili“.

Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale“, aveva detto il ministro poche settimane fa, ribadendo di non aver mai autorizzato nuove ricerche di idrocarburi nel Mar Ionio e di essere in attesa dell’esito delle decisioni della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale, ma che “anche se arrivasse un parere positivo della Commissione VIA, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro“.

Il ministro Costa ha recentemente dato avvio a un gruppo di lavoro, formato da autorevoli magistrati ed esperti ambientali, per introdurre il “Daspo ambientale” e rendere applicativa la legge Falcone e Borsellino anche all’ambiente: nei corridoi dei palazzi della politica si mormora che questo inasprimento potrebbe avere indotto il “muro contro muro” tra Lega e 5 Stelle, con i primi ben lieti di provocare Sergio Costa alle dimissioni.
Un ministro “scomodo“? Lo capiremo nei prossimi giorni…

 

2 commenti

  1. Temo che sia stato fatto molto rumore per nulla!In Basilicata come altrove si continua purtroppo a trivellare ed anche un eventuale aumento delle royalties non ci ripaga della perdita del diritto alla salute e alla vita!

  2. Apprezzo notevolmente la sua coerenza. Ce ne fossero di ministri e servitori dello Stato così. Ma come, Salvini e la Lega non si era opposta alle trivelle sul referendum di qualche anno fa? Ipocrisia, pura ipocrisia.

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