Non ci siamo! Le sigle che hanno presentato le osservazioni nella Conferenza dei servizi (Italia Nostra,FAI Lazio, Lipu Lazio, Comitato per la Bellezza, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio) e l’ENPA, confermano il loro NO all’espansione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro (OPBG), perché non potrà non arrecare disturbo all’ecosistema.
Infatti, il 6 marzo 2019 è stato approvato il progetto di ampliamento dell’OPBG in piena Riserva del Litorale Laziale, a poche decine di metri dalla linea di costa. Prendendo atto di quando audito nella riunione del 6 marzo, si registra con soddisfazione che gran parte delle raccomandazioni degli ambientalisti sono state condivise e adottate come prescrizioni all’Ospedale dalla Soprintendenza e dalla Commissione di Riserva, e quindi assorbite nel parere vincolante dell’Ente Gestore della Riserva Statale.
Pur ringraziando l’OPBG e gli enti coinvolti per lo sforzo di revisione del progetto iniziale e l’opportuno cambio di visione, le sigle restano dell’idea che la presenza di un complesso ospedaliero in continua espansione sia incongruente con le esigenze di tutela della Riserva e che un suo raddoppio con anni di impegnativi lavori sia insostenibile per un territorio così delicato.
È vero che il nuovo edificato riduce l’impatto visivo (recependo le precedenti indicazioni della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale) ma proprio perché molto vicina alla linea di costa, la struttura appare esposta al rischio di avanzata del mare connesso ai cambiamenti climatici. Né è da escludersi che il peso delle strutture, previste in un’area che un tempo era uno stagno (bonifica di Pagliete), possa innescare un fenomeno di subsidenza locale, accentuando ulteriormente il rischio di arretramento della linea di costa.
Inoltre, in presenza di terreni argillosi, torbosi alternati a sabbie, edifici strategici come l’ospedale Bambino Gesù di Palidoro ci risulta vadano verificati in VIA antisismica, elemento che non abbiamo ritrovato nelle scelte progettuali.
Preoccupa infine la possibilità che si torni a ipotizzare nuovi ampliamenti e interventi infrastrutturali impossibili per legge in Riserva, ma sui quali temiamo si possa voler produrre, come in passato, varianti, riperimetrazioni, forzature inaccettabili per le sigle firmatarie delle osservazioni.
Indipendentemente dalla realizzazione di ampliamenti dell’esistente si chiede:
- Demolizione di tutti i manufatti abusivi o irregolari appartenenti sia al complesso ospedaliero che alla Casa del Clero/Casa Ronald;
- Piantumazione di alberature intorno agli edifici che ne nascondano la vista dalla campagna e dal mare;
- Impegno formale a non progettare altre strutture all’interno e all’esterno dell’area di competenza;
- Impegno formale a non progettare infrastrutture viarie di nessun genere nelle aree di Riserva, in linea con le prescrizioni della Soprintendenza;
- Garanzia che i lavori previsti non producano ulteriori danni alle importanti presenze archeologiche;
- Impegno formale a non coltivare le aree a prevalente carattere di duna/macchia mediterranea comprese tra l’Ospedale e il Fiume Statua (fino a 400 metri dalla riva), ripristinandone, laddove compromesso, l’originario carattere naturalistico;
- Ripristino di tutte le aree di duna e macchia alterate da interventi incongrui;
- Salvaguardia assoluta di tutta la zona 1, escludendo il passaggio anche a piedi e limitandosi alla costruzione di due passerelle di accesso alla spiaggia;
- Razionalizzazione dell’illuminazione evitando la luce fredda, dichiarata dannosa per la salute dall’Istituto Superiore di Sanità e da prestigiose istituzioni internazionali, e prevedendo l’accensione automatica dei lampioni (con fotocellule) per il piano superiore del parcheggio nelle ore notturne;
- Studio preliminare sulle specie presenti nell’habitat costiero.Per quanto riguarda l’applicazione di quanto deciso nella Conferenza dei Servizi.
Italia Nostra, FAI Lazio, Lipu Lazio, Comitato per la Bellezza, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio e ENPA vigileranno affinché tutte le prescrizioni siano rispettate.