Con una interrogazione presentata nei giorni scorsi in consiglio provinciale dal Gruppo Verde, si sono riaccesi i riflettori sul vecchio progetto di collegare l’alta Val Venosta con la Valtellina passando sotto il passo Stelvio.
L’interrogazione pone l’accento sull’avvio di una indagine sui vantaggi socio-economici di un tunnel sotto lo Stelvio promossa dalla società lombarda “Mobility in Chain srl”, che pare avere iniziato a sottoporre a tutte le famiglie intervistate un questionario a cui viene allegato lo “Studio di prefattibilità” del tunnel stesso (composto da 700 pagine e 20 elaborati). Sul questionario compare in intestazione il logo della Regione Lombardia affiancato da quello della Provincia autonoma di Bolzano, dando la netta impressione che il progetto sia sostenuto anche dall’Alto Adige.
La Regione Lombardia in questa indagine conoscitiva indica la presenza di sette varianti di tunnel stradale e 6 di tunnel ferroviario per treni-navetta destinati a portare migliaia di auto, bus e camion da una parte all’altra dello Stelvio, con treni in partenza ogni 45 minuti e una capacità di trasporto di 7.500 passeggeri, 3.500 dei quali con veicolo su gomma al seguito.
Eppure solo poco più di un mese fa la Provincia di Bolzano aveva confermato (rispondendo a un’altra interrogazione) di ritenere praticabile esclusivamente l’ipotesi di un tunnel ferroviario.
Il traforo prevede l’attraversamento di aree protette e del parco dello Stelvio con una durata prevista per i lavori di almeno 10 anni, circa 1,5 milioni di metri cubi di materiale di scavo da depositare e lavorare, un costo complessivo oscillante tra 1 e 1,3 miliardi di euro e quasi sei milioni di euro di costi di gestione annuale.
Difficile, dunque, poter definire il progetto come una «ferrovia bimodale con auto al seguito. Siamo invece in presenza di un treno al servizio delle auto – sostengono i Verdi nella loro interrogazione – che aprirebbe un canale di traffico privato su gomma tra due regioni, realizzando così quel canale Milano-Ulm che da anni diverse lobby economiche lombarde sostengono. Le conseguenze di un traforo ferroviario così pensato saranno l’aumento del traffico di auto e camion in Valtellina e in tutta la val Venosta».
La Provincia autonoma di Bolzano sta effettivamente collaborando a questo sondaggio e ha autorizzato la società che lo cura a inserire il proprio logo e quello della Sta nella brochure di presentazione? Perchè non ha immediatamente reagito?
E quale ipotesi di tunnel intende oggi davvero appoggiare?
Attendiamo gli sviluppi…