Usi civici a Civitavecchia, una soluzione positiva è possibile

A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

A Civitavecchia negli anni scorsi è venuta alla luce una situazione prima scarsamente conosciuta: una parte delle aree urbanizzate era stata edificata su terreni a uso civico (legge n. 1766/1927 e s.m.i., legge n. 168/2017, regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale Lazio n. 1/1986) nelle Tenuta delle Mortelle e Ferrara, nonchè nella Tenuta dei XIII Quartucci.

I titolari dei diritti di uso civico sono riuniti nell’Università Agraria di Civitavecchia.

In seguito a lunghi contenziosi, la sentenza del Commissario per gli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana n. 181 del 23 febbraio 1990 ha dichiarato la natura di demanio civico di quelle aree, la determinazione Dirigenziale n. A02844 del 30 settembre 2013 del Dipartimento Istituzionale e Territorio della Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca della Regione Lazio ne ha preso atto.

Veduta di Civitavecchia.

Numerosi cittadini, acquirenti di immobili di cui si sono ritrovati non proprietari, hanno proposto ricorso davanti al Commissario per gli Usi Civici per far dichiarare l’inesistenza dei diritti di uso civico, ma i relativi procedimenti giurisdizionali sono lunghi e dall’esito incerto.

Recentemente, poi, è stata emanata la determinazione Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca Regione Lazio n. G1938 del 21 febbraio 2019 (allegati relazione, cartografia 1, cartografia 2 A, cartografia 2 B), concernente la perizia inerente i terreni appartenenti al demanio civico di cui alla sentenza del Commissario per gli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana n. 181 del 23 febbraio 1990. Entro il prossimo 20 aprile 2019 gli interessati potranno presentare osservazioni e/o opposizioni in merito (artt. 15, 16, 30 del regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.).

Un’altra soluzione è possibile e l’ha prospettata, a nome dell’Associazione, il coordinatore del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per il Lazio Daniele Natili già nel corso di un incontro informale tenutosi lo scorso 26 settembre 2018 fra il Commissario aggiunto per gli usi civici Pietro Catalani, il Sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino, accompagnato dal Segretario generale Caterina Cordella, dal Consigliere Emanuele La Rosa e dal tecnico incaricato dal Comune Alessandro Alebardi.

Si tratta del trasferimento dei diritti di uso civico dalle aree ormai irreversibilmente trasformate (perché edificate) in altre aree di valore ambientale (boschi, pascoli, coste) appartenenti al Comune di Civitavecchia, così come effettuato, a puro titolo di esempio, a Rocca di Papa (determinazione Dipartimento Istituzionale e Territorio della Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca della Regione Lazio n. G13000 del 26 settembre 2017), dove i diritti di uso civico già esistenti su 1.822 metri quadri (loc. Costarelle) di terreno destinato alla realizzazione di “ponte radio finalizzato esclusivamente alle comunicazioni di servizio per le squadre di pronto intervento idrico e per il telecontrollo degli acquedotti di Roma e degli impianti di sicurezza” sono stati trasferiti su un’area boscata estesa 16.790 metri quadri (loc. Campi di Annibale) di proprietà comunale, verificandosi “un vantaggio per la collettività in quanto l’area di bosco ceduo, su cui vengono traslate le servitù civiche di legnatico, è di maggiore consistenza e valore e andrà a sommarsi all’esistente demanio civico ad essa contiguo assicurandone la continuità”.

L’istituto della permuta dei terreni e del trasferimento dei diritti d’uso civico non è esplicitamente previsto dalla normativa regionale laziale, ma appare comunque applicabile in base al favor della legge n. 1766/1927 e s.m.i. per le soluzioni conciliative (art. 29): la Regione Lazio dovrebbe venire incontro alle esigenze della tutela dei diritti di uso civico e degli interessi dei tanti incolpevoli acquirenti con la previsione di una specifica disposizione normativa, modellata, per esempio, sull’art. 18 ter della legge regionale Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.[1], consentendo così la soluzione per tante situazioni difficili.

Per esempio, a Macomer è stato così salvato un quartiere edificato da decine di anni trasferendo i diritti di uso civico sui boschi e pascoli di Scalarba, a Desulo il demanio civico è raddoppiato con un’analoga operazione, salvaguardando boschi e pascoli del Gennargentu.

Non si comprendono le allarmistiche considerazioni di alcuni amministratori comunali, mentre l’Amministrazione comunale di Civitavecchia dovrebbe procedere senza indugio a delineare una proposta concreta di trasferimento dei diritti di uso civico da quei terreni irreversibilmente trasformati in quartieri e residenze di tanti cittadini a terreni di valore ambientale (boschi, pascoli, coste).

[1] Art. 18 ter – Trasferimento dei diritti di uso civico su altri terreni comunali

  1. I Comuni, quando ciò comporti un reale beneficio per i propri amministrati, possono richiedere il trasferimento dei diritti di uso civico dai terreni oggetto di sclassificazione ai sensi dell’articolo 18 bis in altri terreni di proprietà comunale, ove esistenti, idonei all’esercizio dei diritti di uso civico, agrario, boschivo o pascolativo.
  2. La richiesta di trasferimento è deliberata dal Consiglio comunale con le modalità di cui ai commi 3, 4, 5 e 6 dell’articolo 18 bis.
  3. Il trasferimento dei diritti di uso civico è disposto con decreto dell’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale. Il decreto assessoriale è pubblicato con le formalità previste dall’articolo 19.

Ulteriori informazioni su: http://gruppodinterventogiuridicoweb.com