L’iniziativa per riappropriarsi di uno spazio vitale e per riflettere sull’importanza della natura urbana.
A cura del Comitato torinese Salviamo il Paesaggio.
“Il mio vicino di casa è robusto. È un ippocastano di corso Re Umberto…”. Comincia con questo verso della poesia “La quercia” di Primo Levi la Pasquetta 2019 al Michelotti, scandito dall’attore Roberto Accornero.
Nella parte sud del parco, l’unica finora riaperta, alternati a brani musicali di voce e strumenti acustici, lunedì pomeriggio sono stati letti passi di prosa e di saggi e poesie, che narrano del dominio dell’uomo sugli animali, di piante spontanee e “vagabonde”, di alberi, di fiumi e, in generale, del rapporto uomo-natura.
L’iniziativa è stata organizzata, dal Gruppo Alberi Urbani e dall’Associazione Culturale Largabanda, per creare un’occasione di incontro tra i cittadini, in cui riflettere sull’importanza della natura urbana, non solo per i servizi ecosistemici da essa offerti all’uomo e perché fornisce spazi fondamentali per il benessere fisico e psichico dei cittadini, ma anche in quanto habitat di tante specie (vegetali e faunistiche), che andrebbero il più possibile rispettate ed accolte, assicurando un equilibrio tra l’azione umana e quella delle altre specie, anche in ambiente urbano.
Dopo la recente riapertura di una parte di Parco Michelotti, l’area si trova attualmente ad un punto di snodo cruciale nel percorso amministrativo, la cui soluzione determinerà il suo futuro: da una parte l’amministrazione comunale ha adottato una bozza di delibera di Giunta (non ancora approvata) con cui fa proprie le linee guida elaborate dai cittadini (che chiedono di conservare e incrementare la naturalità del parco), dall’altra è stata presentata recentemente una nuova proposta di un consorzio di privati che intende sfruttare l’area per inserirvi strutture per servizi a pagamento. Il Michelotti quindi, suggestivo parco storico affacciato sul Po e piccolo bosco urbano, vicinissimo al centro della città, continua a fare gola ai privati.
A tutti i cittadini che sono venuti ad assistere all’iniziativa di Pasquetta è stato consegnato un volantino con la storia del Parco, che termina con la citazione del poeta Gary Snyder, “vivere significa abitare la terra con la sapienza dei nativi. Significa cioè acquisire consapevolezza dei limiti delle risorse vitali, assumersi responsabilità nella loro gestione… Significa produrre direttamente il nostro ambiente di vita e rimettere al centro delle politiche territoriali il buen vivir, sia degli umani sia dei non umani, sia di chi già è, sia di chi sarà”.