A cura di un trekker innamorato…
Addio, mia amata Palmaria. Resterai per sempre nel mio cuore.
Questa mattina mi alzo e leggo un articolo: “Presentato il masterplan per la rinascita della Palmaria“.
I punti salienti sembrano essere:
- costruzione di una monorotaia;
- costruzione di un anfiteatro dentro la cava;
- ristrutturazione di 54 immobili per farli diventare hotel per turismo d’élite:
- dopo questi interventi si stima che sarà visitata da 150 mila persone l’anno.
Vedo i visi soddisfatti degli intervistati ma non riesco ad essere contento, provo solo tristezza.
Mi vengono in mente tutte le gite fatte alla Palmaria, la tranquillità dell’isola, le sue meraviglie, le sorprese che si celano dietro ogni angolo, ogni suo lato così diverso: i forti, le spiagge, i nidi degli uccelli che tanti ornitologi venivano a studiare ed osservare, i loro voli arditi sulle scogliere ripide ed aspre, la cava abbandonata dove immaginavo la vita dura dei minatori, mi vengono in mente le notti passate all’ostello con le passeggiate notturne per vedere le lucciole, quanto sono belle le lucciole … tutto così perfetto, così emozionante, un piccolo angolo di paradiso.
Poi chiudo di nuovo gli occhi e cerco di immaginarmi il futuro “riqualificato“: migliaia di persone sulla monorotaia, turisti che vanno e vengono dagli alberghi, le merci che dovranno essere trasportate, gli spettacoli nell’anfiteatro, gli ombrelloni sulla spiaggia, le feste… e mi chiedo: tutto questo è “Riqualificazione” oppure uno stupro dell’isola?
Mi spiace usare questo termine terribile ma è l’unico che mi viene in mente.
La natura è già perfetta di suo, non ha bisogno di essere “riqualificata” dall’uomo; l’isola non ha bisogno di “rinascere“, è già viva e vegeta. La realtà dietro questi bei termini, patinati da presunte intenzioni di ecosostenibilità, è sempre una: il denaro. Si desidera sfruttare un territorio meraviglioso per fare soldi… soldi… soldi… i soldi non bastano mai, dobbiamo farne sempre di più, sempre di più.
Riduciamo le aree dei parchi, riqualifichiamo, implementiamo il turismo…. succederà come alle 5 Terre che c’è un’invasione così massiccia di turisti che si studia come limitarli, magari facendogli pagare dazi supplementari come a Venezia… così sono altri soldi che entrano.
La Palmaria dovrebbe essere tutelata e preservata per essere ammirata e goduta con un turismo slow che arriva al mattino e va via alla sera, che si muove silenzioso in punta di piedi ringraziando per i doni che l’isola ha offerto.
Nulla è per sempre… a quanto pare non lo sarà neppure la magia della Palmaria.
E’ tempo di recitare il de profundis. Addio mia amata Palmaria, resterai per sempre nel mio cuore.
Di questa tragica prospettiva ne abbiamo parlato molte, ad esempio qui:
Ora è tempo di mobilitarsi!…