I comuni possono rivedere in riduzione le previsioni urbanistiche: non ci sono margini di rivalsa su diritti edificatori che non esistono nel caso di edificazione solo prevista, riconosciuta la correttezza di decisioni che concorrono veramente a raggiungere l’obiettivo della riduzione del consumo di suolo.
Questo in sintesi emerge dal caso di Brescia e della recente sentenza della Corte Costituzionale (n.179 depositata lo scorso 16 luglio 2019) sull’incostituzionalità di parte della legge regionale lombarda sul consumo di suolo.
La vicenda ha origine dal contenzioso sulla variante generale al piano di governo del territorio (PGT) del Comune di Brescia adottata nel 2015. Con tale variante è stata stralciata l’edificazione di aree nello stato di fatto agricole nel quartiere San Polo.
E’ arrivato quindi il ricorso dei proprietari delle aree inizialmente accolto dal TAR.
La sentenza della Corte Costituzionale di questi giorni riconosce invece l’illegittimità dell’ultimo periodo dell’art. 5, comma 4, della legge della Regione Lombardia 28 novembre 2014, n. 31.
Si considera il testo precedente alle modifiche apportate dalla legge della Regione Lombardia 26 maggio 2017, n. 16.
Il periodo in questione stabiliva che, fino all’adeguamento previsto a cascata di tutti i piani dal provinciale al comunale, “sono comunque mantenute le previsioni e i programmi edificatori del documento di piano vigente“.
Il comune ha quindi la piena titolarità delle decisioni, nulla è dovuto ai proprietari e l’amministrazione locale ha ben operato rivedendo in riduzione le destinazioni urbanistiche orientandosi verso quell’obiettivo che la legge stessa non persegue efficacemente.
Il Consiglio di Stato dovrà esprimersi ma avendo già riconosciuto le ragioni dell’amministrazione locale, ci sono buone possibilità di conferma garantendo quindi la tutela delle aree verdi superstiti.
Soddisfazione da parte di ANCI e Legambiente, che hanno sostenuto in giudizio la legittimità della decisione del Comune di Brescia.
In attesa di colmare a livello nazionale le carenze normative in tema di consumo di suolo e uniformare le sentenze sui diritti edificatori, si tratta di un punto fermo fondamentale sulla questione dei diritti edificatori da non riconoscere qualora non siano realmente concretizzati.
Luca D’Achille @LucaDAchille