Il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha pubblicamente espresso due nuove considerazioni politiche di particolare rilievo: ha annunciato una prossima revisione (nel senso di “riduzione”…) dei vincoli urbanistici regionali e rimarcato la bontà della scelta di revisionare (nel senso di “ridurre”…) le politiche antismog, concedendo permessi in deroga per tutti i mezzi da lavoro (già in vigore).
Occorre un commento? No, sono sufficienti le sue parole. Perfette per un “mondo all’incontrario”…
Il presidente Cirio ha dichiarato che “in materia urbanistica, di riuso e di consumo del suolo sono attualmente in vigore norme più restrittive di quelle nazionali e noi intendiamo riallargare i vincoli restando dentro i parametri dello Stato. A questo obiettivo sta lavorando il vicepresidente Fabio Carosso, che ha creato un tavolo ora in fase di conclusione con lo scopo di fare una completa revisione della legge urbanistica”.
Tempi brevi quelli previsti dal Governatore: “questione di settimane. Con questa operazione puntiamo a riportare il Piemonte agli standard nazionali”.
“Ci sono norme che non vengono finanziate da 30 o 40 anni, e nessuno si ricorda che esistono. Non hanno alcun senso, se non quello di vietare qualcosa a sorpresa quando salta fuori un funzionario particolarmente ferrato nei cavilli che di fronte a una pratica dice: quella cosa non la puoi fare, lo dice una legge di 35 anni fa”.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria e le misure anti smog, ha ricordato “l’adozione di un’impostazione pragmatica e di buon senso. Abbiamo approvato una delibera nella quale si prevedono delle deroghe specifiche per tutti i mezzi da lavoro, e anche se abbiamo ricevuto un po’ di critiche dagli ambientalisti non ci muoviamo di un millimetro. Credo che il rispetto dell’ambiente sia un valore fondamentale perché ci viviamo tutti, ma questo deve essere contemperato con l’esigenza di viverlo, perché prima di tutto viene comunque sempre l’uomo.
La nostra delibera – ha rimarcato Cirio – ha una forza di indirizzo, perché poi ci vuole l’ordinanza del sindaco. Ma è importante perché tanti Comuni si sono orientati in questa direzione. E laddove i Comuni si discostino, come probabilmente farà Torino, noi abbiamo creato le condizioni perché chi vuole possa impugnare in Tribunale il provvedimento della Città“.
Occorre un commento? No, sono sufficienti le sue parole. Perfette per un “mondo all’incontrario”…
ormai difficile pensare ancora qualcosa, quando domina la crassa ignoranza c’è poco da fare. Forse anche pessime conseguenze delle sue scelte non serviranno a correggergli il tiro perché quando ci sono i pregiudizi a guidare, la realtà non serve a contrastarli, basta manipolarla e il gioco è fatto.