L’idea dei «beni comuni» è entrata nell’immaginario collettivo come reazione, forse inconscia, alle numerosissime «privatizzazioni» che hanno tradito l’interesse pubblico dei cittadini e svenduto a singole società private «pezzi» del nostro «territorio», con tutto ciò che il territorio contiene.
Le «privatizzazioni», trasformando l’ente pubblico in società per azioni, hanno fatto in modo che non si persegua più l’interesse pubblico ma l’interesse dei soci della società per azioni, sottraendo alla «proprietà pubblica» ciò che spetta al popolo a titolo di sovranità.
Ma il tema dei «beni comuni» non ha ancora una sua valida disciplina giuridica, mancando una sua precisa definizione, nonché – e questo è particolarmente importante – un cambiamento del «contesto giuridico» attualmente disciplinato dal libro III del codice civile, «Della proprietà».
Partendo da queste considerazioni l’onorevole Stefano Fassina (alla Camera) e i Senatori Paola Nugnes, Virginia La Mura, Matteo Mantero, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli e Saverio De Bonis (al Senato) hanno presentato la Proposta di Legge “Modifiche al codice civile in materia di beni comuni e di disciplina del diritto di proprietà“.
Questa proposta normativa mira a dare, innanzitutto, una «definizione» del concetto di «bene comune», che la Commissione Rodotà aveva dato soltanto in modo esemplificativo, e ad offrire un contesto giuridico idoneo ad accogliere tale categoria, offrendo tutti gli elementi in base al quale un bene deve definirsi «comune». Ovvero un bene che, «per natura e funzione» soddisfa bisogni e diritti fondamentali della presente e delle future generazioni e che pertanto deve ritenersi, assolutamente e definitivamente, fuori commercio», ma anche le imprese pubbliche che operano in settori essenziali.
E’ un tema che tocca e coinvolge anche il suolo, il paesaggio, la tutela del territorio e riteniamo che nei prossimi mesi il dibattito ci vedrà impegnati ad esprimere il nostro punto di vista.
Invitiamo, quindi, tutte e tutti ad analizzare attentamente il testo normativo proposto, che potete trovare qui tra gli atti del Senato e della Camera.
Rispetto al testo Rodotà che è stato sottoposto ai cittadini per richiedere una legge sul tema ed un cambio della Costituzione in tal senso, mi pare più riduttivo.