Una poesia di Erri De Luca dedicata a Nicoletta Dosio, attivista No Tav in carcere dal 30 dicembre per scontare una condanna definitiva per aver preso parte a una manifestazione che bloccò l’autostrada Torino-Bardonecchia.
Forse stasera, Nicoletta, pensi: se morissi in prigione
se l’ufficio matricola fosse stato il vestibolo.
Il nome sarebbe inciso sulle pietre,
per avere seguito la libertà ostinata, solitaria
di non cedere, chiedere.
Forse stasera, Nicoletta, pensi,
perché sono pensieri prigionieri,
vengono e vanno a chi si meraviglia
di quanto chiasso facciano le chiavi,
nell’officina della penitenza.
Poi ti copri meglio, altri pensieri,
avevi pronto un bagaglio d’inverno.
Sì, il buon nome è cosa meritata,
però pure la vita, che è merito a se stessa,
batte piano nelle vene la sua sillaba: Sì,
così caparbia da spremere dagli occhi
due gocce di gratitudine per lei
e per il tuo stupito capodanno,
che sembrava la festa del tuo ingresso.
È già passato il numero di un anno.
È l’ora di domani, Nicoletta,
la cella è un giorno avanti,
perché tu sei quel giorno.