A cura di Legambiente Molise.
L’associazione ambientalista, che più di tutte si è battuta per l’istituzione del Parco Nazionale, esprime forti dubbi riguardo a quanto indicato nella D.G.R. 558 con cui la Giunta Regionale individua il perimetro dell’area protetta. Il fatto di aver rispettato le scadenze non può coprire una perimetrazione che non tiene conto della conservazione.
All’Assessore Cavaliere, in un incontro televisivo a cui partecipammo qualche settimana fa, avevamo chiesto coraggio nell’elaborazione della perimetrazione del Parco Nazionale del Matese che avesse come faro la conservazione e la tutela del massiccio matesino. Dalla proposta di perimetrazione elaborata dalla Giunta Regionale e trasmessa all’I.S.P.R.A., ente che dovrà poi validarla, notiamo solamente la realizzazione di un compitino, che in alcune sue parti contiene degli errori da sottolineare con la matita rossa. Gli allegati alla delibera di Giunta contengono delle forti contraddizioni. La prima cosa che balza agli occhi è la contrapposizione tra quanto contenuto nella proposta di perimetrazione della Giunta Regionale e quanto ipotizzato dal Servizio regionale competente (allegato 3), completamente in contrasto tra loro.
Se quest’ultima risulta molto simile a quella formulata dall’I.S.P.R.A., e tiene in considerazione anche alcune imperfezioni che erano presenti nella prima ipotesi, la proposta formulata dalla Giunta Regionale ci lascia con molti dubbi. Essendo un Parco nazionale un ente che ha il compito in primis di proteggere paesaggi ed ecosistemi delicati e ricchi di biodiversità, non riusciamo a comprendere come possano essere lasciate fuori dalla perimetrazione importanti aree, inserite nell’ipotesi presentata dall’I.S.P.R.A. addirittura in Zona 1, ossia l’area del parco in cui le azioni di conservazione dovrebbero essere spinte ai massimi livelli. Ci riferiamo in particolare ad alcune aree presenti nei territori di Guardiaregia, Longano e San Massimo (Campitello Matese). Per quest’ultimo ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, per discutere di come si continui ad insistere su Campitello Matese quale stazione sciistica, nonostante l’assenza di precipitazioni nevose ci dimostri l’insostenibilità economica e ambientale di quegli impianti.
Un’attenta analisi necessita poi la situazione di Bojano. La delibera di Giunta in questione afferma che “Per il comune di Bojano, si procede con l’adozione della ipotesi di perimetrazione di cui all’allegato 2 (indicazioni dei Comuni) modificando la perimetrazione nel comune individuando un confine intermedio tra quello proposto dal Commissario prefettizio e quello richiesto dalle associazioni”. Gradiremmo sapere quali osservazioni sono state prese in considerazione, visto e considerato che non tutte le associazioni locali hanno proposto la restrizione del perimetro nel comune. Non vogliamo pensare che il peso delle osservazioni vari in base a chi le presenta. Se così fosse qualcuno dovrà spiegare ai cittadini di Bojano da chi è stata presa la decisione di lasciare fuori dalla perimetrazione le sorgenti del Biferno e Civita di Bojano, giocando all’interno del vuoto amministrativo presente in città a causa del commissariamento ed andando contro ben 2 delibere adottate dal Comune a favore del Parco.
La perimetrazione presentata dall’ISPRA contiene al suo interno uno straordinario intervento volto alla conservazione dell’orso bruno marsicano, ossia un corridoio di collegamento attraverso il fiume Volturno tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e l’istituendo Parco Nazionale del Matese. Anche questa ipotesi è stata eliminata senza nessun tipo di discussione. La Regione Molise ha istituito presso l’assessorato regionale all’Ambiente la Consulta tecnica per le aree naturali protette, organismo di consultazione e di supporto tecnico-scientifico in materia di protezione della natura. Tra i compiti della consulta, costituita da diversi enti, c’è la formulazione di proposte sul programma triennale sulle aree protette, “che provvede ad individuare le aree protette istituite o da istituire nonché le risorse necessarie al loro funzionamento e individua i territori nei quali si prevede l’istituzione di aree naturali protette”. Considerato che la consulta non è stata “consultata” di recente, chiediamo all’Assessore all’ambiente di convocarla in tempi rapidi in modo da poter comprendere le motivazioni che hanno portato alla presentazione da parte della Regione Molise di una proposta di perimetrazione che porta con sé più di qualche dubbio. Come abbiamo più volte ribadito, il Parco è un’occasione unica per tutto il comprensorio del Matese.
I numeri presenti all’interno dell’analisi del contesto socioeconomico del Matese molisano allegata alla D.G.R. 558 parlano chiaro. Le sue conclusioni dovrebbero far riflettere in primis gli amministratori locali: “Il Matese è un’area che sta diventando sempre più marginale. Un territorio caratterizzato da un progressivo spopolamento con migrazione della popolazione giovanile verso centri maggiori, dovuta soprattutto alla necessità di trovare occupazione, con conseguente abbandono ed invecchiamento dei paesi. Un’area con una scarsa o quasi totale mancanza di promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, per lo più a causa dell’assenza di una governance unitaria e di una gestione innovativa. Benché l’area progetto sia di per sé ricca e dotata di un patrimonio ambientale unico che potrebbe rappresentare una chiave straordinaria per attrarre investimenti e rilanciare l’economia locale.”. Questo per far capire ai detrattori del Parco che se il comprensorio del Matese vuole sopravvivere deve puntare con forza all’istituzione dell’area protetta, rendendo il Molise protagonista della rivoluzione verde e del Green New Deal di cui tanto si discute a livello mondiale. Se così non fosse potremmo continuare a discutere in eterno dell’emergenza cinghiali, dei giovani che vanno via e di come non siamo in grado di valorizzare le ricchezze che abbiamo. Ma a quel punto i cittadini del Matese sapranno a chi dare la colpa: ad una politica che non ha coraggio e che si è limitata a fare il compitino con molti errori.
Buon giorno penso che l’istituzione di nuovi vincoli da parte del Nazionale(parco) creerà maggiore difficoltà nello sviluppo , turistico ,rurale ,edilizio, caccia pesca,già avuto dal con il parco regionale del Matese ,moria di turismo, abbanndono pastorizia, bovini ovini caprini,chiusura sentieri attraversati dai pastori,montagne deturpate selvaggiamente senza più accesso in caso di calamità.La differenza sta ,ricordando che cosa era il turismo 30-40 anni sul Matese e ora. DESERTO.