Torniamo sul tema dell’annunciato taglio di ampie porzioni del Parco della Lessinia (attorno al 18% della sua estensione per un totale di oltre 1.700 ettari) da parte della Giunta regionale del Veneto perchè ci sono importanti novità.
Dopo la reazione di ben 138 associazioni veronesi, regionali e nazionali che avevano immediatamente reagito recapitando ai consiglieri regionali la richiesta di ritirare la proposta, la scorsa domenica 26 gennaio circa 10mila persone si sono radunate alla Conca dei Pàrpari per la “Camminata per il parco della Lessinia“. Una manifestazione pacifica ma anche molto determinata, come si comprende dall’elevata partecipazione di donne, uomini e bambini che hanno camminato uniti per ricordare alla politica e ai sindaci della zona che un Parco naturale è di tutti, è un patrimonio che va ben oltre i confini comunali, provinciali o regionali. E va difeso.
“Buon cammino alla Lessinia e al suo Parco”: così si è conclusa la passeggiata di massa, con una corale preghiera intonata dai partecipanti alla marcia.
E la dimostrazione pratica delle volontà dei cittadini ha provocato una reazione: il governatore Luca Zaia ha infatti annunciato che la contestata proposta di legge, così com’è, non approderà in Consiglio per il voto finale. Zaia non ha però detto che la proposta della Regione verrà ritirata, ma ha precisato “che i nuovi rilievi geostazionari alla base della proposta di legge, non quelli originari fatti su carta, dimostrano che il nuovo perimetro del Parco previsto dalla norma non sarà minore dell’attuale, ma potrebbe risultare più vasto di qualche decina di ettari“.
Un’affermazione che preoccupa gli organizzatori della “passeggiata in 10mila” che ribadiscono la richiesta di ritiro della proposta e sottolineano come la Regione stia “giocando sulle carte” per portare in discussione in Consiglio una planimetria che prevede la trasformazione di 1.770 ettari di area protetta in zone contigue che per la legge quadro nazionale 394/91 sono da considerarsi invece esterne al Parco; l’annunciato stralcio dell’articolo 5 dalla proposta di legge non cambia la sostanza dell’operazione e, anzi, la rende ancora peggiorativa.
La battaglia resta, dunque, aperta. E la massa di cittadini pensanti dovrà ancora farsi sentire…