Diano Marina è un comune della provincia di Imperia, in Liguria, con poco meno di 6mila abitanti, meta di un diffuso turismo che da sempre attrae – specialmente nel periodo estivo – famiglie provenienti dalle grandi città, torinesi e milanesi su tutti.
E’ dunque proprio il turismo il principale volano dell’economia locale: mare, spiagge, accoglienza sono il punto nodale di un richiamo che fa perno sulla bellezza del luogo. E che, ovviamente, spingerebbe chiunque (esercente, amministratore pubblico, semplice residente) ad una tutela assoluta dell’esistente, condizione essenziale per continuare ad essere attrattivi.
Invece non tutto viaggia in questa direzione tanto che su Diano incombe il progetto di una nuova struttura polifunzionale che dovrebbe sorgere sull’attuale “molo delle tartarughe” entro un paio d’anni. Un complesso che occuperà buona parte del molo per cinquanta metri di lunghezza, quattordici di larghezza e sette di altezza; con una terrazza alla quale si potrà accedere tramite una scala esterna, mentre la sala interna avrà la capacità di 480 posti a sedere.
Sono in molti a definire il progetto come uno scempio, un mastodontico “eco-mostro” innalzato proprio al centro del litorale costiero.
Il molo delle Tartarughe si spinge avanti nel mare, prolungando la piazza centrale della passeggiata a mare. Sul punto estremo, tra le palme, la statua di Cristoforo Colombo.
Da lì si gode una ampia vista di tutto il Golfo Dianese, delle splendide spiagge e delle verdi colline di ulivi e vigne che lo avvolgono.
Alla radice del molo una apprezzata struttura consente moltissimi eventi, che si tengono durante tutto l’anno e in particolare nelle calde sere estive. Un punto di ritrovo, un angolo di aggregazione che ora rischia di essere stravolto.
Questo Palacongressi sta entrando nelle aule della giustizia a seguito dell’esposto della minoranza consigliare che ritiene che il suo stesso progettista, divenuto successivamente amministratore comunale, abbia ottenuto l’incarico attraverso un atto del Sindaco emanato nel momento in cui non risultava ancora in carica e in palese contraddizione con le disposizioni del vigente Piano Regolatore che vieta espressamente la possibilità di edificare una volumetria come quella ipotizzata, per realizzare la quale risulta necessario adottare una modifica allo strumento urbanistico attuale.
In attesa dei pronunciamenti giuridici, inutile dire che a Diano la discussione sull’opportunità di questo progetto si è fatta incandescente ed è stata anche avviata una petizione on line (che invitiamo tutte e tutti a sottoscrivere) per chiedere all’amministrazione comunale di tornare sui propri passi e rinunciare ad un Palacongressi dall’impatto devastante.
Mi chiedo il motivo che spinge Amministratori pubblici a sostenere opere talmente assurde da rappresentare un vero attentato allo stile, alla bellezza, al paesaggio, alle stesse aspettative degli abitanti e dei turisti in una cittadina fino ad oggi mantenutasi sufficientemente tutelata come Diano Marina! Desiderio di “lasciare un segno” della propria presenza? Ma questo sarebbe un segno tristissimo! Incapacità di vedere la bellezza e perciò disinvolte decisioni per cancellarla? Eppure fino ad ora non era successo! Purtroppo solo una motivazione mi pare che potrebbe spiegare tanta arrogante ignoranza: l’avidità. Naturalmente mi auguro di sbagliare, eppure le premesse procedurali ed i rapporti inquietanti ci sono tutti. Spero davvero che un esposto al TAR riesca a sventare simile obbrobrio. A Diano Marina..pensate…