Il coronavirus non c’entra. Ma l’inquinamento atmosferico, il cambiamento climatico, il consumo di suolo e la crescita esponenziale della popolazione mondiale c’entrano, eccome. Nel deserto del Mojave, in California, sta prendendo forma un autentico villaggio “marziano”: la stazione sperimentale di biorigenerazione (EBios) di Interstellar Lab frutto del lavoro di un gruppo di ricerca nato a Parigi su impulso di un’italiana, Barbara Belvisi, in collaborazione stretta con la NASA. Fungerà da centro di accoglienza e laboratorio scientifico per l’addestramento dii astronauti, per l’analisi agricola e anche per accogliere turisti interessati a imparare a vivere entro i confini dell’estrema sostenibilità.
L’obiettivo è duplice: studiare come gli esseri umani potrebbero vivere nel miglior modo possibile su Marte e, contemporaneamente, migliorare la vita sulla Terra nel pieno delle trasformazioni dettate dai cambiamenti climatici.
Il villaggio nel deserto californiano sarà in grado di ospitare fino a 100 persone e per i turisti è previsto un albergo “marziano” a caro prezzo: il pernottamento potrebbe costare fra i 3500 e i 7000 euro a settimana. La realizzazione potrebbe avere inizio nel 2021.
L’Interstellar Lab sarà uno spazio completamente autosufficiente e bio-rigenerante con biomi ispirati alle condizioni su Marte: un dedalo di tunnel e stazioni dotate di laboratori scientifici, campi coltivati, giardini sotto teche di vetro e zone conviviali. Qui verrà prodotta e riciclata acqua, cibo ed energia, con un impatto carbon-neutral e zero rifiuti.
Non è il primo esempio di “prove tecniche per la sopravvivenza oltre il pianeta Terra”: da tempo è già in funzione la Stazione Ares nel nord della Spagna, nei pressi di Santander, in una grotta alta 60 metri e lunga 1,5 chilometri fra le montagne della Cantabria. Anche qui sono state riprodotte fedelmente le condizioni ostili del pianeta rosso e anche qui vengono addestrati gli astronauti del futuro e semplici turisti che potranno sperimentare per sei giorni giorni l’ebbrezza di vivere una vacanza su Marte senza trovarsi su Marte, senza contatti con il mondo esterno e dopo un periodo di specifica preparazione personale di tipo sia fisico e sia (soprattutto) mentale. Superfluo dire che Trip Advisor vi ha già dedicato una pagina di presentazione.
Pare, dunque, che chi guarda al futuro ipotizzi la necessità di abbandonare il pianeta Terra e stia studiando soluzioni adatte. Ovviamente “invadendo” anche i deserti e le grotte per tutte le sperimentazioni del caso.
Non sarebbe meglio salvaguardare il “nostro” pianeta?.
«Ciò che dobbiamo portare su Marte per la vita è ciò che dobbiamo proteggere sulla terra in questo momento. L’unico modo per diventare una specie multi pianeta è quello di unire le nostre energie nella stessa direzione» afferma Barbara Belvisi da Parigi.
L’idea non è particolarmente affascinante, ma se questo è il progresso e ciò che ci aspetta…