di Antonio Leverone.
Bettina Bush scrive: “Impossibile non pensare all’uomo e alla natura, senza considerare l’importanza del paesaggio.”
Finalmente, ho pensato iniziando a leggere; finalmente anche a Camogli si parla di paesaggio e vorrei capire cosa vuol dire per Camogli partecipare alla decima edizione del Festival del Verde e del Paesaggio in Roma dal 13 al 17 maggio che, data la situazione pandemica si svolgerà virtualmente attraverso l’invio di video realizzati per trattare i diversi aspetti naturalistici e sociali presenti nella nostra città e comprensorio.
Parco naturale regionale, area marina protetta, il FAI di San Fruttuoso, le emergenze monumentali e storiche e culturali, di cui siamo ricchi, sintetizzate nel Festival della Comunicazione. Nei Giardini pubblici Ruggero Chiesa, più noti come quelli del Teatro, sarà realizzato, non potendo a Roma, un “giardino”: “una specie di mare di fiori azzurri e bianchi, che richiamano i colori caratteristici del borgo e del mare, con accanto le code in fil di ferro delle due grandi balene che siamo abituati a vedere sul molo del porto.
Nella Treccani, si legge alla voce paesaggio: “In ecologia, il paesaggio è la risultante delle caratteristiche geologiche, strutturali, geomorfologiche e climatiche di un territorio, che ne determinano la copertura vegetale, e influenzano, insieme a essa, l’organizzazione dell’utilizzo territoriale e delle strutture insediative dell’uomo e degli animali.“
L’evoluzione dell’ambiente naturale è stato certamente favorevole per questa nostra terra. Camogli in verde: una meravigliosa terra mediterranea, di incontro dell’aspra costa con il mare, in un matrimonio ricco di biodiversità, colori, profumi, equilibri di strutture geomorfologiche, coperture vegetali e caratteristiche climatiche. Paesaggi dalle forti emozioni, fatica a percorrerli ma che lasciano grande energia.
L’organizzazione e l’utilizzo del territorio, da parte dell’uomo, in molti aspetti ha modellato e reso leggibile la lunga storia e l’evoluzione culturale del paesaggio.
Ben vengano le occasioni per promuovere Camogli in verde ma consapevoli degli errori, violenze, irreversibili trasformazioni prodotte nei recenti anni dall’organizzazione e utilizzo del territorio e in particolare attraverso le strutture insediative delle amministrazioni che si sono succedute. Senza tale consapevolezza costringiamo i cittadini a immergersi nella pericolosa retorica degli amministratori che nascondono sotto al tappeto verde la spazzatura e se ne dimenticano.
Basta un volo di gabbiano per capire meglio: volando da levante, sorvoliamo il parco regionale, ora commissariato senza ragione, dove da tempo si sono posti in conflitto gli escursionisti con i ciclisti. Il Sindaco di Santa Margherita, attuale commissario, sponsorizza questi ultimi. Lo stesso sul territorio di competenza ha permesso la cementificazione abusiva e non solo, di un lungo tratto di viabilità e ancora oggi non si sa chi l’ha realizzata e il perché. Nell’attuale gestione non esiste consiglio nè comunità del parco. Sul mare, San Fruttuoso la perla del parco, soprattutto per l’opera del FAI, posta in una conchiglia dove il turista e non solo è accolto da un maleodorante deposito di spazzatura e si rischia di fare il bagno respirando gas di scarico dei traghetti. San Fruttuoso dove gli enti pubblici e in particolare il Comune di Camogli e la gestione del parco non sono stati in grado di salvaguardare la preziosa proprietà pubblica perdendone una consistente parte per usucapione (irresponsabile incapacità, trascuratezza).
Planiamo ora sulla valle di Ruta: un grande numero di discutibili inserimenti di svincoli viari, rampe sopraelevate, box interrati mai utilizzati e in degrado, parcheggi privati a vista sulle caratteristiche fasce a uliveto, alte barriere che impediscono la vista degli scorci di paesaggio sia nella viabilità principale che in quella escursionistica delle “creuse”.
Strani consorzi per “il miglioramento agrario” che realizzano impressionanti
trasformazioni di buona parte della viabilità periferica al solo scopo di avere parcheggi a vista. Sulla sinistra a cavallo di un magnifico valico, la chiesa millenaria di Ruta (storia, cultura religiosa, armonia tra il costruito e l’ambiente naturale). Quì è stato bloccato, per il momento, un progetto di box interrati, in prossimità, al posto dei classici terrazzamenti. Il volo sul centro storico della città è più lento, bisogna osservare il paesaggio, è decisamente bello. L’uomo ha saputo inserire in una stretta fascia di terra tra il mare e la montagna una città con un porto rifugio inglobato tra le case, le rocce, e una piccola isola. Lì uno storico castello che ci racconta di pirati e di protezione delle comunità è un poco dimenticato e inaccessibile a molti. Sotto, un porto napoleonico dove spesso regna disordine e sporcizia, intorno un ampio centro storico che lentamente si sta trasformando in seconde case dove costantemente locali interrati o a piano strada si trasformano in mini appartamenti. E’ venuto meno il tessuto umano, forse inevitabilmente, certamente si trasforma il paesaggio. Il Comune sta rivedendo il piano urbanistico, nulla sappiamo della progettualità, nulla è stato chiesto alla comunità: prospettive e obiettivi da raggiungere.
Il Gabbiano prima di tornare sulla scogliera del Castellaro stende le ali sulla voragine aperta in prossimità dei giardini pubblici, che ora appaiono più piccoli: una assurda speculazione privata di box interrati assolutamente inutile alla città. I giardini saranno ingranditi ma conterranno gli sfiatatoi di quei box. Il Gabbiano stanco supera i pini, ritorna al mare. Sotto è evidente una vergognosa “baraccopoli” che dovrebbe sparire ma è ancora lì, in un parco naturale, appena dietro alla riserva marina.
Ma allora, di cosa stiamo parlando ? Dovevamo andare a Roma a promuovere la nostra città, ora siamo costretti dalla pandemia a farlo virtualmente, con una ultima riflessione: non abbiamo neppure pensato a sottolineare il ruolo primario che Camogli dovrebbe assumere nella realizzazione e gestione del futuro parco nazionale. Parco Nazionale dove il nostro sindaco sostiene da tempo di esserne il promotore. Mi preme informare che Roma è sede del ministero di competenza e un video di promozione è a disposizione.
Le balene poste sul molo sono in fase di immersione. Il Gabbiano planando pensa: “Se non fossero di fil di ferro, si sarebbero già inabissate”…