DL Semplificazioni: per Italia Nostra un no assoluto al “condono” e alle norme sul DPR 380/2001. Fondamentale sarebbe invece definire le migliaia di situazioni di condoni pregressi che giacciono negli uffici dei comuni d’Italia prima di dar vita a nuovi provvedimenti.
La politica ha sicuramente il dovere di rilanciare l’economia nazionale. Rientra pure sicuramente tra le azioni da compiere la semplificazione delle procedure burocratiche. Troppo spesso gli appesantimenti della burocrazia derivano da prassi e non principalmente da regole e vi è la necessità di rivedere le procedure, che determinano rallentamenti nei passaggi burocratici, per le singole amministrazioni pubbliche. Sono indispensabili, ad esempio, specifici accordi organizzativi tra le singole amministrazioni pubbliche coinvolte, che mirino a snellire i cosiddetti passaggi endoprocedimentali.
Il condono mascherato nel provvedimento determinerà l’inevitabile adattamento della pianificazione urbanistica alle progressive esigenze delle attività edilizie abusive, riducendola al mero catasto degli abusi edilizi.
E’ invece a una diversa forma mentis delle pubbliche amministrazioni che occorre lavorare, concependo la direzione degli uffici pubblici come la conduzione funzionale di una macchina al servizio del Paese, adeguata e opportunamente implementata, che renda un servizio pubblico realmente efficiente e, in tal modo, efficace al perseguimento dell’obiettivo contingente e futuro di rilancio dell’economia.
I problemi si risolvono con un efficientamento della macchina pubblica e con la più giusta riorganizzazione e retribuzione dei suoi apparati. Non agevola certo la motivazione dei pubblici funzionari permettere loro di procedere ad affidamenti pubblici senza adeguate procedure di selezione, con una discrezionalità pericolosa e solo teorica, laddove la politica vorrà interferire con le decisioni degli stessi.
Il provvedimento in discussione apre scenari inquietanti e addirittura criminogeni rispetto a ulteriori delitti contro il patrimonio pubblico che non potranno non riverberarsi sulle ricchezze del nostro Paese riconosciute dall’umanità intera.
Luigi De Falco, Vicepresidente nazionale Italia Nostra