Il Coordinamento piemontese del Forum Salviamo il Paesaggio ha provveduto, nelle scorse settimane, ad analizzare dettagliatamente la recente legge regionale n° 13 (più nota come “Riparti Piemonte”), individuando diversi articoli contrari all’esigenza di rendere più armonico il rapporto tra uomo e natura – particolarmente necessario in questo critico momento storico che mostra la fragilità e la vulnerabilità della nostra società – e alcuni profili palesemente incostituzionali.
L’analisi è stata riassunta in un documento organico di precise “osservazioni” che sono state trasmesse a tutti i Ministeri di riferimento, ai quali è stato sottoposto l’invito ad una rapida valutazione al fine di avviare procedure di incostituzionalità della norma regionale per una necessaria “impugnazione” da parte del Consiglio dei Ministri.
Sappiamo che gli uffici legislativi dei Ministeri stanno provvedendo ad ultimare le verifiche tecniche necessarie e auspichiamo che nei prossimi giorni l’iter di impugnazione – a nostro avviso doveroso – venga avviato entro i termini previsti.
Sintetizziamo qui i punti nevralgici evidenziati dal Forum Salviamo il Paesaggio.
«Allo scopo di tentare di dare una risposta organica alla non più rimandabile problematica del continuo ed ininterrotto consumo di suolo (frenato solo in parte dalla crisi dell’edilizia) e dell’enorme quantità di “suolo prenotato” presente nei vigenti piani regolatori generali comunali e intercomunali – dichiarano Alessandro Mortarino e Federico Sandrone, coordinatori del Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare del Forum nazionale e piemontese – e in attesa di una specifica legge nazionale purtroppo ancora ferma in Senato, in parallelo alla presente legge sarebbe stato necessario presentare anche una specifica proposta di legge regionale per affrontare in modo serio la problematica del consumo di suolo, prevedendo nel contempo anche una riduzione delle attuali previsioni sovradimensionate dei P.R.G. vigenti».
«Invece – proseguono i due coordinatori – come già fatto recentemente con la proposta di Legge regionale 19 dicembre 2019 n. 70 (Norme di semplificazione in materia urbanistica e modifiche alla L.R. 4/10/2018 n. 16, alla L.R. 5/12/1977 n. 56 e alla L.R. 8/7/1999 n. 19), al momento ancora agli atti del Consiglio regionale, il Governo piemontese ha tentato di “cogliere l’occasione” dell’emergenza sanitaria per riproporre un abituale rito del nostro sistema legislativo, attraverso una “legge speciale derogatoria” anziché una “legge generale”, senza peraltro andare ad individuare singole e specifiche disposizioni che potrebbero risolvere alcune questioni, ma invece andando a prevedere un testo su svariate materie con “deroghe” e/o “facilitazioni”, alcune di queste totalmente illegittime e/o incostituzionali, altre palesemente non applicabili per un periodo transitorio, che in alcuni casi hanno nulla o poco a che vedere con l’emergenza sanitaria in corso e che dovrebbero essere introdotte, valutate e discusse in specifici provvedimenti settoriali».
Di seguito, relativamente alla citata L.R. 29/5/2020 n. 13, si riporta il testo di alcuni articoli che hanno incidenza diretta o indiretta sul “governo del territorio” e sulla “tutela dell’ambiente e dei beni culturali”, per i quali si presume possano esservi delle disposizioni con ipotesi di incostituzionalità; in calce agli stessi articoli sono riportate le relative osservazioni (con carattere blu).
Tre, in particolare, sono gli articoli della legge regionale che secondo il Forum Salviamo il Paesaggio necessitano di un rapido intervento di “impugnazione”:
L’articolo 63, che si presenta come un aggiramento indiretto della normativa in tema di Valutazione Ambientale Strategica (di derivazione comunitaria) conseguente all’introduzione del permesso di costruire in ambito prima soggetto a pianificazione attuativa (da sottoporre a verifica di assoggettabilità a V.A.S.);
L’articolo 64, che prevede una deroga grave consentendo interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria ma anche con sagoma diversa dall’esistente e, dunque, potenzialmente in grado di infrangere l’armonia di centri urbani e centri storici;
L’articolo 78, che introduce tolleranze esecutive su abusi edilizi e che facilmente potremmo definire come una sorta di “condono generalizzato e gratuito”.
Qui il documento di “osservazioni” sottoposto alle valutazioni dei ministeri.