Lettera aperta del Comitato per la Bellezza al nuovo proprietario della società di calcio A.S. Roma.
Mister Friedkin, un nuovo Stadio tutto giallorosso si può fare? Certo. Basta avere i soldi e un’area realmente adatta: dal punto di vista idrogeologico, urbanistico, trasportistico, ecc.
Lei punta ancora sull’ex Ippodromo Tor di Valle? Allora deve sapere un bel po’ di cose molto complicate. Quell’area è una delle più “difficili”, incoerenti, fragili di tutta Roma, come succede lungo le rive del Tevere. E’ stata qualificata come R4 e dunque “non trasformabile” se non realizzando opere idrauliche fondamentali. Anzitutto, la messa in sicurezza del fosso di Vallerano, che ogni anno straripa e allaga la vicina Decima, ma, secondo gli esperti, è soltanto ad opere realizzate che si potrà stabilire se ci si può costruire e fabbricare sopra. Ne va di mezzo l’incolumità pubblica.
Lei chiederà, al pari di Mr. Pallotta, al Comune di autorizzare come “condimento” un bel po’ di metri cubi di grattacieli e altro, prima quale zona mista (direzionale/residenziale), poi come centro direzionale e commerciale, il Business Park?
La delibera comunale n.132 del 2014 prevedeva un progetto A e un progetto B per Tor di Valle. Il primo constava di “opere strettamente funzionali allo stadio” stimate “dal promotore in circa 270 milioni di euro“. A carico del Comune? La legge n.217 del 2013 prescrive che i nuovi stadi siano a totale carico dei proponenti. La delibera consiliare del 2014 precisava: “il promotore (…) risulta non in grado di sostenere le opere di urbanizzazione funzionali” per cui esiste “un complessivo disequilibrio economico finanziario derivante da circa 220 milioni di euro” fra i costi complessivi delle urbanizzazioni (270 milioni) e il contributo finanziario massimo di Pallotta “pari a 50 milioni di euro“. Voglio ma non posso.
Il sito scelto di Tor di Valle (l’Ippodromo del trotto è stato da tempo unificato a Capannelle con quello del galoppo, con una propria pista) è difficilmente accessibile, non dotato di ferrovie o metro sufficienti come prescrive il Prg di Roma. Di qui la necessità di opere pubbliche costose (attenzione, ci riferiamo a stime del 2017): 1) prolungamento della metro B da Magliana a Tor di Valle, costo oltre 68 milioni; 2) collegamento pedonale con la stazione Magliana (linea FL1), costo 12,6 milioni; 3) adeguamento Via Ostiense-Via del Mare (una delle più pericolose d’Italia), 66,3 milioni; 4) nuovo raccordo all’autostrada Roma-Fiumicino, 103,6 milioni; 5) interventi per ridurre il rischio idraulico del fosso Vallerano, quasi 16 milioni (preliminari a tutto però). Totale, oltre 266 milioni del 2017.
Con quali problemi? 1) Il prolungamento viene giudicato dai tecnici impossibile poiché pregiudicherebbe il funzionamento della Metro B all’Eur; 2) tale collegamento è invece confermato, anche se dalla Magliana Fs allo Stadio a piedi bastano 15-20 minuti; 3) un gran pasticcio: un primo tratto della Via del Mare sarebbe unificato alla Via Ostiense, poi le due arterie si dividerebbero di nuovo dal bivio per lo Stadio a Viale Marconi; 4) il problema è già risolto dal progetto per il nuovo Ponte dei Congressi; 5) opera idraulica prioritaria e di sicuro interesse pubblico. Oltre la quale ci sono le idrovore per l’acqua piovana: altri 9,6 milioni. I parcheggi multipiano, secondo il Campidoglio, competono al privato e non al Comune, per un costo di 55 milioni e mezzo. Senza dimenticare che per realizzare i parcheggi invece a raso e le strade interne al comprensorio ci vogliono altri 74,7 milioni a metà fra Comune e privato.
Sottratte al Piano operativo le opere giudicate di interesse pubblico e che non lo sono, la Roma, o meglio il privato americano, vanterebbe una edificabilità che si ferma a 69.000 metri quadrati.
Si palesa a questo punto una contraddizione: la delibera comunale 132/2014 da una parte consente alla società proponente il raddoppio della superficie utile, dall’altra, in base allo stesso indice di trasformazione, fa diminuire di ben 179.000 metri quadrati la volumetria del Business Park. Dunque, un insediamento “per uffici” beneficerebbe, se ben capiamo, di un incremento volumetrico applicabile soltanto ai “parchi tematici”. Con tutto l’affetto per le bandiere giallorosse, come è possibile?
I Parnasi e Pallotta scelsero dunque un’area fra le più “difficili” sul piano idraulico e idro-geologico. A suo tempo il leggendario Dino Viola presidente della Roma “brasiliana” campione 1983 aveva puntato per un nuovo Stadio sulla Magliana, ma se ne era allontanato subito quando era stato informato che era piena di tranelli essendo lungo il Tevere e sotto il suo livello grazie al famoso “drizzagno” mussoliniano. Viola aveva puntato allora sulla Romanina, Roma-Est. Buona idea. Recuperabile? Non sappiamo. Forse. Comunque meglio di Tor di Valle, un’area “impiccata” a Roma come nessun altra fra ansa del Tevere e torrente Vallerano, con le idrovore a pompare acqua tutto il giorno, strade anguste e ponti che non ci sono, men che meno la ferrovia, unica arteria la Via del Mare una delle più mortali d’Italia…Ma come si fa ad insistere evitando accuratamente di usare qualche grammo di buon senso?
Mister Friedkin, stia attento, qui lo stadio rischia di non farlo o di farlo malamente e chissà quando.
Comitato per la Bellezza:
Vittorio Emiliani, giornalista scrittore
Vezio De Lucia, architetto e urbanista
Paolo Berdini, ingegnere e urbanista