Noi sottoscritti cittadini di Linosa, riuniti in un comitato spontaneo denominato “Linosa nel cuore”, manifestiamo opposizione al Progetto evidenziato in oggetto, reputandolo particolarmente irrispettoso dei valori paesaggistici e culturali del contesto urbano dell’isola, al punto da stravolgerne totalmente i tipici caratteri distintivi.
Il progetto generale riguarda i più importanti assi viari dell’isola di Linosa, con relative adiacenze (non meglio determinate), e la piazza sulla quale si affacciano il Municipio, la Chiesa, la Guardia Medica, la Farmacia, alcuni esercizi commerciali. Si tratta cioè del cuore pulsante del centro urbano dell’isola di Linosa, anche se dall’analisi degli elaborati di progetto non si desume con precisione né l’esatta area di intervento (non vengono descritte le aree adiacenti gli assi viari, così come le relative modalità di intervento) né il criterio di delimitazione dell’ambito di intervento, che non sembra avere una logica.
Di fatto, però, il primo stralcio esecutivo, dell’importo complessivo di € 1.000.000,00, riguarda soltanto un tratto della via Vittorio Alfieri, lungo circa 100 mt.
Esso, però, sarebbe in grado di snaturare il volto dell’isola e di compromettere, forse per sempre, un’idea diversa di riqualificazione che, nell’isola di Linosa, dovrebbe essere assai delicata e leggera, puntando a eliminare puntuali e minimi elementi di degrado, a recuperare, rigenerare e funzionalizzare gli spazi nel rispetto dei caratteri assai peculiari che contraddistinguono il nucleo abitato.
Gli elaborati di progetto descrivono invece un intervento molto pesante e decisamente decontestualizzato, con la creazione di diverse quinte murarie fortemente impattanti, la riduzione dell’attuale sagrato della chiesa, la creazione di un muro ricurvo davanti al Municipio (previa demolizione del blocco basamentale antistante il palazzo municipale), che sconvolgono i rapporti architettonici e paesaggistici esistenti senza spiegare in che modo il nuovo assetto risulterebbe migliorato rispetto all’attuale e coerente con i valori paesaggistici e architettonici presenti. Tralasciando la tanto inutile quanto antiestetica collocazione di elementi verticali non meglio specificati in progetto e l’uso inappropriato delle vele ombreggianti (che sarebbero ben presto spazzate via dal vento), va evidenziato che si prevede la rimozione di tutto il verde ornamentale esistente, sia degli oleandri che del grande ficus che spicca di fronte alla Guardia Medica, per sostituirlo con il ginepro coccolone, specie alloctona, indubbiamente inidonea a ornare le piazze, figuriamoci quella di Linosa.
Si prevede altresì la sostituzione dell’impianto di illuminazione senza particolare cura estetica o la minima attenzione al risparmio energetico. Anche la scelta dei materiali (con l’unica eccezione del basolalto lavico) contribuisce ad allontanare ancora di più il progetto dai caratteri distintivi del nucleo urbano.
D’altra parte nessun elaborato contiene raffronti tra l’esistente e le idee di progetto o tra le opere previste e il contesto urbanistico e architettonico di Linosa, manca persino l’allineamento della pavimentazione prevista con quella esistente, non viene prevista l’eliminazione delle barriere architettoniche se non davanti il Municipio dove è prevista una passerella con una inclinazione superiore all’8%, mentre invece è presente un uso massivo di cemento armato e di calcestruzzo.
Abbiamo appreso dell’imminente realizzazione di tali lavori da un recente post su Facebook del sindaco del Comune di Lampedusa e Linosa, con il quale si comunica che è già stata espletata la gara d’appalto del primo lotto per l’importo di un milione di euro (per meno di 100 mt di strada e senza la realizzazione delle vetuste sottoreti idriche e fognarie). Dal sito della Centrale Unica di Committenza dei Comuni di Pantelleria – Lampedusa e Linosa – Ustica e Salemi abbiamo scaricato gli elaborati del progetto in questione e dal sito del Comune di Lampedusa alcuni atti amministrativi, ma non siamo riusciti a trovare neppure una labile traccia del parere obbligatorio della competente Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali.
Dall’esame della relazione tecnica e degli atti amministrativi si apprende che:
- l’incarico per la progettazione delle opere suddette è stato affidato addirittura con Deliberazione di Giunta Municipale n. 186 del 30 aprile 1988 e che tale incarico è stato poi esteso con l’affiancamento di un secondo progettista con atto di G.M. n. 319 del 05 ottobre 2001, resuscitando così incarichi oggi in contrasto con la normativa in materia di opere pubbliche e, insieme a essi, vecchie idee progettuali non più aderenti né alla norme di tutela vigenti sul territorio delle Pelagie, né alle mutate sensibilità in tema di riqualificazione urbanistica, tutela e valorizzazione del territorio e dell’ambiente;
- nella relazione tecnica non si fa minimamente cenno al regime vincolistico esistente sul territorio delle Pelagie e alle novità nel frattempo intervenute dalla data di conferimento dell’incarico (1988!), ma anzi si afferma: “Sono stati mantenuti, perché immutati, tutti i presupposti e le motivazioni che hanno portato alla progettazione delle opere di riqualificazione architettonica ed urbanistica contenute nel progetto generale, di cui il presente è il primo stralcio esecutivo. Sono da ritenersi quindi immutate le analisi dello stato attuale, delle evidenze normative e dei riferimenti della letteratura in merito alla tipologia dei lavori e delle opere previste, che hanno preceduto la progettazione esecutiva di che trattasi.”
Eppure, sull’intero territorio comunale delle isole Pelagie – già sottoposto a vincolo paesaggistico ai sensi e per gli effetti della L. 29.6.1939 n. 1497, in quanto dichiarato di notevole interesse pubblico con il decreto dell’Assessore Regionale per i BB.CC.AA. e P.I. del 12/7/1983, n. 1153 – si applica il Piano Paesaggistico delle isole Pelagie, adottato con Decreto dell’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana n. 18 del 27 novembre 2013.
L’area d’intervento ricade nel contesto paesaggistico P04-C01 – Centro storico, proprio per la grande valenza del contesto in questione, di cui il Piano evidenzia come elemento di rilievo “la caratteristica policromia che contraddistingue non solo gli edifici, ma anche tutti gli spazi esterni limitrofi, avvolgendo senza soluzione di continuità pareti, gradini, ballatoi, fioriere, forni, balaustre, ecc.”, descrivendo anche le specie impiegate nel verde ornamentale e nei giardini.
L’area è pertanto sottoposta al regime della TUTELA DEI CENTRI STORICI (TCS) e viene prescritto che: “Tutti gli interventi dovranno essere finalizzati alla manutenzione ed al restauro conservativo, ed in generale alla riqualificazione della struttura antica attraverso il rafforzamento della sua identità, alla riqualificazione del fronte a mare, e al mantenimento delle aree verdi, attraverso il recupero dei caratteri e dei valori paesistico-ambientali degradati, anche attraverso piani di recupero. In tali aree la tutela si attua attraverso i procedimenti autorizzatori di cui all’art. 146 del Codice”.
Il progetto che qui si contesta non sembra rispettare tali prescrizioni e anzi sembra mortificare i valori che il Piano Paesistico si prefigge di tutelare.
Pertanto, con la presente si chiede agli Enti in indirizzo se sia stata rilasciata la necessaria autorizzazione paesaggistica e di riceverne, con cortese urgenza, l’eventuale copia.
Invitiamo a sottoscrivere questa petizione qui.