A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
L’albero pende, anche se solo un po’?
Bene, tagliamolo, così non farà danni!
A parte le tante altre considerazioni di ordine paesaggistico e storico-culturale, riferibili ai luoghi dove vivono gli alberi nelle nostre città, ben presenti – per esempio – nella vicenda del taglio dei Pini d’Aleppo sul Viale Buoncammino a Cagliari, una fondamentale riflessione in merito a precisi momenti della gestione del verde pubblico è necessaria.
Purtroppo, è abitudine procedere all’esecuzione dei lavori pubblici sui sottoservizi urbani (fognature, telefonia, reti idriche, reti elettriche, ecc.) con mezzi meccanici senza alcuna minima attenzione nei confronti dell’apparato radicale degli alberi.
Lo scavo procede e si tagliano le radici dei malcapitati alberi che vivono lungo il percorso dei lavori.
Poi, ovviamente, gli alberi perdono la loro naturale stabilità e diventano pericolosi, con la conseguente canèa da parte dei bipedi benpensanti per l’immediato taglio a fini di sicurezza pubblica.
A Cagliari è accaduto nel 2016 con i lavori svolti nel Largo Carlo Felice, che hanno massacrato l’apparato radicale delle Jacarandae (e oggi si vorrebbe procedere a far di loro legna per caminetti), è accaduto recentemente con i poveri Pini d’Aleppu del Viale Buoncammino, in base alla stessa perizia che ne ha determinato il taglio in quanto “soffocati” da cemento e asfalto nonché da “lavori di scavo che interessano la sede stradale prossima al soggetto arboreo oggetto di valutazione. Gli scavi, al momento della valutazione, hanno interessato le radici superficiali della pianta causandone il danneggiamento”.
Sta accadendo anche in questi giorni, grazie ai lavori di sistemazione della passeggiata ciclabile e pedonale sul lungomare di Su Siccu, svolti per conto dell’Autorità Portuale del Mare di Sardegna: le ruspe procedono allegramente a tagliar le radici dei Ficus che nient’altro vorrebbero se non campare in pace e fornirci ossigeno e ombra.
Ma la vogliamo smettere una buona volta con il taglio delle radici degli alberi nel corso dei lavori pubblici?
Cagliari si è candidata a capitale europea della sostenibilità per il 2021? Bene, allora, fra le varie cose che potrebbero testimoniare concretamente l’impegno realmente ambientalista della Città vi sarebbe senza dubbio un regolamento comunale che imponga la salvaguardia dell’apparato radicale di alberi e arbusti nello svolgimento dei lavori pubblici di ogni genere e per ogni committenza pubblica o privata.
Con poco si potrebbe fare molto, basta volerlo.