A cura dell’Associazione GreenSando, San Donato Milanese.
Martedì 3 novembre 2020 andrà in scena il Consiglio Comunale di San Donato Milanese e, tra i punti previsti all’ordine del giorno, verrà portata in approvazione la delibera riguardante il “Progetto di ampliamento e riordino del Policlinico San Donato”.
Più precisamente il titolo del punto da votare recita: “Approvazione masterplan e contestuale modifica al piano dei servizi ex art. 9 comma 15 della Legge Regionale 12.2005 e variante, con valorizzazione e alienazione aree a servizi, al piano dei servizi ex art. 95 bis della Legge Regionale 12.2005”.
Tradotto dal burocratese, vuol dire che, approvando il progetto dell’ampliamento del Policlinico, verranno apportate alcune modifiche al Piano di Governo del Territorio (PGT), ovvero allo strumento di pianificazione urbanistica che ha lo scopo di definire l’assetto dell’intero territorio cittadino e che decide quale debba essere la destinazione d’uso delle varie aree presenti in ambito comunale.
Per dirla in maniera ancora più semplice, il PGT dovrebbe mettere in pratica la visione che ha chi governa sullo sviluppo della città. Ad esempio: decidere di non costruire più su aree attualmente libere dal cemento, oppure dove costruire un palazzo e dove fare un parcheggio, o ancora dove realizzare un parco e dove no.
Ebbene, il PGT è scaduto da più di 3 anni e l’iter per la sua revisione, più volte annunciato, non ha ad oggi visto ancora la partenza.
In quest’ottica, la delibera che verrà votata in aula consiliare propone di concedere al Gruppo San Donato (GSD) – il più grande gruppo ospedaliero privato in Italia – la realizzazione di tre nuove strutture per una superficie totale di 24.000 mq. Certo, a fronte e contestualmente a tali interventi, vi è la disponibilità di GSD ad assumere obbligazioni, consistenti anche in opere di compensazione ambientale e viabilistica.
Peccato che:
- la maggior parte di tali opere servano per lo più alla “sistemazione” delle aree a ridosso degli stessi ingressi dell’ospedale;
- la sopraggiunta necessità di nuovi spazi di sosta dei veicoli venga soddisfatta con la costituzione di circa 280 nuovi parcheggi, realizzati a raso terreno. GSD riesce quindi ad evitare gli elevati costi per la costruzione di un parcheggio interrato che si sarebbe potuto realizzare nell’attuale parcheggio recintato già di proprietà del GSD. Ciò avrebbe mitigato molto il suo impatto sul nostro ambiente, anche dal punto di vista paesaggistico;
- la realizzazione del parcheggio preveda l’abbattimento di tutti gli alberi e piante esistenti in quell’area e la collocazione dei nuovi posti auto a ridosso delle abitazioni di via Pascoli;
- una parte dei nuovi parcheggi a raso venga ricavata utilizzando la superficie fuori terra di 91 box interrati sul fondo di via Pascoli. Su quella specifica area il Comune stipulò, nel 2003, una convenzione con il costruttore che lo autorizzava ad edificare a condizione di mantenere l’asservimento dell’area ad uso pubblico, con sistemazione a verde attrezzato. Rimane da comprendere in quale modo l’amministrazione potrà far convivere l’asservimento ad uso pubblico con sistemazione a verde attrezzato con un parcheggio
ad uso e consumo dell’ente privato Policlinico; - nel 2017 la destinazione urbanistica della porzione di parcheggio di proprietà del GSD fu trasformata da “Parcheggio” ad “Area per Attrezzature sanitarie SA”. In qualsiasi momento, pertanto, il GSD potrà sacrificare parte del parcheggio per edificare altri corpi ospedalieri senza necessità di nuove particolari autorizzazioni, in quanto ora conformi al PGT;
- la realizzazione di una nuova strada di collegamento fra l’area di parcheggio dell’ospedale e il fondo di via Pascoli/angolo via Mattei porterà ad un notevole flusso di veicoli diretti al Policlinico nella zona via Pascoli/via Mattei, con conseguente aumento di traffico e di inquinamento, sia ambientale che acustico.
Più traffico, più smog, più inquinamento acustico e meno verde, con il rischio effettivo di continuare ad erodere suolo prezioso: questo è quello che riusciamo a vedere a fronte di questo intervento di ampliamento del Policlinico.
Ci sarebbe piaciuto un approccio basato più su una mobilità sostenibile (ad esempio il prolungamento della metropolitana gialla con una fermata nei pressi dell’ospedale) e su soluzioni per le auto che non avessero coinvolto le attuali aree comunali (si sarebbe potuto ad esempio realizzare un parcheggio interrato o un autosilo all’interno dell’attuale parcheggio recintato già di proprietà del GSD).
La salute dei cittadini non deve essere oggetto di scambio tra pubblico e privato.
La necessità di invertire la rotta per non impoverire il territorio è una mera enunciazione perché tutto va avanti secondo i vecchi schemi. È una miopia che ci porterà a sbattere contro il muro. Possibile che chi decide non sia capace di andare oltre e di progettare almeno a medio termine? Ogni realizzazione dovrebbe passare al vaglio in primis del costo ecologico. Il massimo profitto ai minimi costi è un principio economico che paga chi realizza l’opera ma molto meno la comunità cui è destinata. Magari rifarsi al vecchio detto: chi più spende meno spende ci potrebbe aiutare a gettare lo sguardo un po’ più in là.