A cura di Antonio Leverone, Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino.
E’ trascorso un anno esatto dalla conferenza stampa al Palazzo Ducale in Genova, promossa dal nostro Coordinamento. Nell’occasione abbiamo illustrato il programma di sensibilizzazione e informazione ai cittadini e in particolare ai sindaci dei comuni coinvolti nel progetto del Ministero per definire i confini del nuovo Parco Nazionale di Portofino.
Il 17 Settembre scorso in occasione dell’incontro con il Ministro dell’Ambiente Costa in Genova, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci sulle prospettive per la definizione dei confini territoriali del nuovo Parco Nazionale, avendo come riferimento lo studio e le proposte contenute nel progetto elaborato da ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale) e dal Ministero stesso.
Il Ministro nell’assicurarci la propria determinazione nel voler concludere l’iter istituzionale previsto, ci ha espresso anche la propria perplessità per via della completa immobilità della Regione e in particolare dal fatto che, sulla definizione dei confini del parco, non risponde neppure alle sollecitazioni dello stesso Ministero.
Questa situazione ha fermato l’iter istituzionale e non è dato conoscere i termini operativi per dare vita a un nuovo Parco Nazionale che una legge dello Stato ha istituito ben 3 anni or sono.
Il Comitato operativo del Coordinamento ha deciso, così di confrontarsi direttamente con il Ministero, per superare una tale assurda situazione che sta conducendo il progetto del Parco Nazionale verso il nulla.
Un progetto utile a una nuova e importante gestione di un ampio territorio verde interfacciato con una compressa urbanizzazione della costa e dell’immediato entroterra della val Fontanabuona.
Una nuova esperienza in cui armonizzare conservazione della ricca biodiversità, messa in sicurezza di un territorio fragile, ricerca di espressioni e soluzioni nuove, finalizzate a incrementare l’offerta turistica con maggiore equilibrio tra costa e immediato entroterra. Si possono ad esempio progettare offerte con formule della lentezza e del silenzio, del buon cibo, sui percorsi storici e religiosi e la cultura monumentale e artistica presente nel territorio interessato dal Parco.
Ancora: si possono progettare ricerca e azioni per nuove esperienze lavorative, recupero e riqualificazione delle esistenti.
Il Parco potrebbe essere un patrimonio naturale e territoriale che si organizza e si coordina per proporsi, non solo a livello nazionale e europeo, ma internazionale: ne è esempio l’esperienza del Parco Nazionale delle 5 terre, con cui unire opportunamente le diverse potenzialità.
Un progetto, quindi, di lunga prospettiva che può aprire a nuove risorse economiche nazionali ma soprattutto europee con la possibilità di un ulteriore ampliamento verso la ricchezza naturalistica internazionale del Parco marino Pelagos: area marina di particolare protezione dei cetacei dell’alto mar Tirreno tra Italia e Francia.
Immaginiamo il grande arco della Liguria, con due importanti Parchi Nazionali, che abbraccia il mare per creare protezione naturale, cultura della conservazione, ricerca, investimenti economici, lavoro in particolare per i giovani, miglioramento complessivo dell’intera socialità.
L’assurda immobilità della Regione, non può annullare un tale progetto ambientale, sociale e economico.
Malgrado l’attuale emergenza sanitaria, le energie culturali, di ricerca, umane, politiche, di volontariato devono attivarsi, per sollecitare la definizione del Progetto Parco Nazionale di Portofino.
dopo incendi volontari e smottamenti è la lore salvezza , se lo cpomprendono ,altrimenti è la fine