Anche in tempo di Covid non può venir meno l’attenzione sul rischio sismico: studiosi ed esperti inviano al Governo un “Manifesto strategico” per chiedere una prevenzione diversa, basata su priorità e conoscenze.
Un appello critico, “La prevenzione sismica in Italia: una sconfitta culturale, un impegno inderogabile” (qui) lanciato a inizio 2019 da un gruppo di sismologi, geologi, ingegneri sismici, docenti e studiosi per richiamare l’attenzione sul tema della riduzione del rischio sismico nel nostro Paese, cui è seguito, nel luglio 2020, un ulteriore Manifesto che ne integra i contenuti seppur con un taglio più propositivo (“Manifesto per una strategia nazionale di riduzione dell’impatto dei terremoti sulle popolazioni esposte a maggior rischio dopo cent’anni di fallimenti”). Due documenti elaborati e sottoscritti da addetti ai lavori ed esperti del settore (*) fortemente preoccupati per la “perseverante mancanza in Italia di una vera strategia di difesa e contenimento dei danni sismici, nonostante l’elevato grado di pericolosità sismica del nostro territorio“.
Dall’analisi alla proposta
L’appello originario (un urgente richiamo per l’avvio immediato di efficaci interventi di prevenzione sismica) è stato inviato nel febbraio 2019 al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha manifestato il proprio apprezzamento per il documento “espressione di un patrimonio integrato di conoscenze e di uno spirito di impegno civile particolarmente significativo” e ne ha disposto l’inoltro al presidente del Consiglio, al ministro dell’Ambiente ed al capo del Dipartimento della Protezione Civile per le rispettive valutazioni, dai quali però ad oggi non è arrivato alcun riscontro. Pertanto, anche sulla scorta delle nuove e più concessive norme sul sisma bonus (già duramente contestato nell’appello originario), i proponenti hanno dato vita al nuovo manifesto integrativo e lo hanno sottoposto all’attenzione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri dell’Interno, delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e della Coesione territoriale.
Contenuti e motivazioni di questo secondo documento ci vengono illustrati dal dottor Roberto De Marco, geologo, già direttore del Servizio sismico del Dipartimento dei Servizi tecnici nazionali della Presidenza del Consiglio, e dal professor Umberto Allegretti, giurista, già professore ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università di Firenze.