Un gruppo di associazioni che già nel 2019 aveva suggerito una proposta di legge contro la capitozzatura e gli abbattimenti indiscriminati di alberi, sollecita il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il Ministro della Cultura Dario Franceschini e il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico a cogliere le opportunità offerte dal Recovery fund per favorire un corretto sviluppo della cura e gestione del patrimonio arboreo. Strumento essenziale per contribuire al contrasto del cambiamento climatico e per la salute dei cittadini…
Ecco il testo della lettera inviata:
OGGETTO: Richiesta di interventi per una maggiore tutela del verde urbano e del paesaggio.
Signori Ministri ciascuno per le proprie competenze,
la stagione che viviamo è critica, ma allo stesso tempo carica di opportunità e voglia di uscire dalla crisi generata dalla pandemia. Per queste ragioni, a livello europeo sono in corso di definizione dei piani per la ripresa sociale, ambientale ed economica, che si basano sul Next Generation, il Green deal e il Recovery fund.
Nel nostro Paese, le Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel capitolo 2 a pagina 14 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” recitano: “Un ruolo importante avrà l’adozione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell’aria e per la forestazione urbana, anche per il loro impatto sulla qualità della vita dei cittadini”.
Ciò nonostante, quasi ogni giorno alle nostre associazioni arrivano fotografie e reportage di gravi danni al patrimonio del verde urbano e del paesaggio, in tutta Italia. Pesanti capitozzature e abbattimenti su alberature, anche in contesti sottoposti a vincoli monumentali e paesaggistici si ripercuotono negativamente sul valore degli immobili, sulla promozione turistica di tante realtà e sull’impoverimento dei servizi
ecosistemici prodotti dal verde urbano. Sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano come le infrastrutture verdi urbane e periurbane siano un formidabile baluardo per la nostra salute, contro patologie di vario tipo, inquinamento e malattie depressive.
Nel 2019, il nostro gruppo di associazioni si è impegnato a promuovere una proposta di legge contro la capitozzatura e gli abbattimenti indiscriminati di alberi. Abbiamo redatto un documento in cui vengono illustrati gli obiettivi e le finalità della legge. Purtroppo, nonostante le buone norme del recente decreto ministeriale del 10 marzo 2020 sui criteri ambientali minimi per la gestione del verde urbano (CAM), a supporto della Legge n. 10 del 2013, non abbiamo visto un importante cambiamento della situazione. A causa della mancanza di un apparato sanzionatorio, subiamo continuamente danni molto gravi al patrimonio delle nostre alberature urbane e periurbane. Mancano gli strumenti per contrastare quanti non applicano (o trasgrediscono) queste leggi. Come ben illustrato da una vastissima letteratura scientifica, la capitozzatura degli alberi produce seri problemi alla salute delle piante, con gravi situazioni di instabilità e problematiche per la sicurezza dei cittadini.
I programmi in corso e in progetto di forestazione urbana sono molto utili e apprezzati dalle nostre associazioni. Importante però sottolineare che i nuovi impianti non devono avvenire a discapito delle alberature già presenti, procedendo a sostituzioni che troppo spesso eliminano piante in buono stato di salute o che rappresentano elementi identitari del paesaggio e delle città, ignorando sempre più che nei nostri diffusi centri storici una quota rilevante del verde urbano è anche verde “storico” e di valore “monumentale”. In particolare in questo periodo, segnato dall’emergenza sanitaria da Covid, sussiste un estremo bisogno di avere nelle nostre città il maggior numero di alberi maturi, ben gestiti e con chiome ampie, in grado di filtrare le polveri sottili, pericolosissime per i nostri polmoni e in grado di trasportare i virus (Covid incluso).
A quasi un anno dall’attuazione e applicazione del D.M. del 10 marzo 2020 sui CAM possiamo dire che la capitozzatura degli alberi continua a creare grandi problemi e che la corretta gestione professionale del verde cittadino non viene rispettata.
Domandiamo quindi quale sia lo stato di applicazione dell’Accordo Stato-Regioni (Accordo, ai sensi dell’art. 4 decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281) sul Documento relativo allo Standard professionale e formativo di manutentore del verde, predisposto in attuazione dell’articolo 12, comma 2, della legge 28 luglio 2016, n. 154. Il manutentore del verde è una figura professionale che deve essere formata sulla corretta cura e gestione dei giardini e degli alberi. Purtroppo anche questa norma viene disattesa e molte Regioni sono in ritardo sulla sua applicazione. A seguito delle tantissime segnalazioni che arrivano alle nostre associazioni, ci rendiamo conto che la cura del verde cittadino e dei giardini è lasciata in mano a persone non titolate e non formate professionalmente.
A tal proposito chiediamo che si portino avanti anche i seguenti punti:
- destinazione di parte delle risorse disponibili per le amministrazioni locali tutte con obbligo di redazione del regolamento del verde (pubblico e privato);
- destinazione di parte delle risorse disponibili per le amministrazioni locali al fine della formazione del personale adibito al controllo e alla verifica dei lavori di cura e gestione del patrimonio arboreo o in alternativa l’obbligo di individuare un tecnico con comprovata formazione specifica per l’affiancamento agli uffici preposti alla gestione del verde con funzione di direzione tecnica dei lavori, verifica e controllo;
- necessità di attribuire le cure e le manutenzioni del verde in generale e degli alberi in particolare ai soli professionisti abilitati secondo normativa, evitando la confusione generata dall’articolo 16 del Disegno di legge 2009, ora in approvazione al Senato, secondo cui “I comuni possono adottare misure volte a favorire la partecipazione volontaria di associazioni di cittadini alla cura del verde urbano o rurale, su loro specifica istanza”;
- prevedere, altresì, il coinvolgimento e la collaborazione della cittadinanza attiva in forma singola o associata nella cura del decoro urbano attraverso corretta e puntuale comunicazione rispetto alle politiche locali del verde pubblico, la stesura di specifiche convenzioni per l’adozione di aree verdi, l’attivazione di sportelli per la segnalazione di problematiche o iniziative legate alla cura e gestione del verde urbano, la promozione di giornate culturali incentrate sui benefici del verde pubblico e privato, di iniziative locali per lo sviluppo di nuovi spazi verdi urbani, di tutela e salvaguardia degli alberi monumentali.
Signori Ministri, le nostre associazioni Vi chiedono di intervenire, ciascuno per le proprie competenze, affinché la tutela degli alberi, del verde cittadino e del paesaggio vengano veramente rispettati, e chi fa danni venga sanzionato in maniera adeguata. La proposta di legge contro la capitozzatura è stata apprezzata già da alcuni esponenti del precedente governo, tuttavia si è arenata a seguito dell’emergenza Covid. Vi chiediamo di prenderla in considerazione perché non c’è più tempo. Il nostro patrimonio arboreo continua a subire danni e bisogna porre fine a questo insensato assalto che impoverisce il nostro paesaggio, il nostro patrimonio storico-artistico e mette a rischio la nostra salute.
In questo panorama, è opportuno che i fondi europei e nazionali del Recovery fund siano utilizzati per promuovere soluzioni realizzate seguendo le buone pratiche e le Nature-Based-Solution, adottando l’approccio del capitale naturale (quantificazione dei Servizi Ecosistemici), come indicato nella Strategia EU sulla Biodiversità 2030 (2.2.8. Greening urban and peri-urban areas). Questo consentirà pure una importante ricaduta occupazionale, coinvolgendo una notevole platea di professionalità e operatori.
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio (CO.N.AL.PA.)
Federazione Nazionale Pro Natura
Associazione Italiana Professionisti del Verde (AIPV)
Italia Nostra
LIPU
Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio
Respiro Verde – Legalberi
GRIG – Gruppo di Intervento Giuridico Odv
Verdi Ambiente e Società
TALEA Odv (Tutela degli Alberi e dell’Ambiente)
AssoCEA Messina APS
Ramarro Sicilia
il Ramarro
IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente ed il Territorio)
Sospetto che in molti centri la distruzione degli alberi urbani siano legati a traffici poco regolari per non dire illeciti con le ditte del verde, a cui si garantiscono appalti a danno delle alberature in cambio, credo, di utilità o di voti; come spiegare certi incredibili interventi? A Cecina (LI) in in interventi di cosiddetta riqualificazione urbana sono stati ridotti allo stato di palo alberi di pregio come vecchi cedri del Libano cipressi, pini, lecci, tigli, che si trovavano nei pochissimi giardini urbani; sul lungomare sono state smantellate coperture di alberelli mediterranei che erano gli ultimi residui della vegetazione dunale spontanea – ginepri sabina, ginepri, lecci, tamerici, accanto a specie estranee ma naturalizzate come pitosfori, e in luogo di questa macchia dunale sono state piantate esili essenze inidonee che sono state prontamente bruciate dalle potenti libecciate; altri alberi vengono malamente potati, e dopo poco si sono ammalati, e poi sono stati tagliati, sostituiti con alberelli destinati a durare poco, e insomma si innesca un giro che non è innescato da un’apparente fondata necessità. Del resto del fatto che certe organizzazioni sospette facciamo affari con il verde pubblico è stato ben documentato dalle vicende di Roma, ma è possibile che quelle siano l’apice emergente di un fenomeno ben diffuso, che stride con la convenzionale adesione alle politiche ambientaliste. Su come sono effettivamente investiti i fondi destinati al verde sarebbe il caso di far luce, non solo da parte di magistrati più o meno solidali, ma anche da parte dell’associazionismo
Le centrali a biomasse, nate sicuramente con le migliori intenzioni, si stanno rivelando deleterie per tutti noi. Vanno chiuse al più presto e vanno sicuramente approvate misure di manutenzione adeguate per il verde pubblico nelle città e nei boschi, sempre più deturpati. Gli alberi ci impiegano decine e decine di anni per crescere, ed in pochi minuti vengono abbattuti o rovinati con le capitozzature. Con i cambiamenti climatici in corso non possiamo proprio permetterci di tergiversare. Tra poco sarà davvero troppo tardi, e non esiste un “piano B” per il Pianeta e per tutti noi!!!
Ringrazio per questa vostra iniziativa. A Genova assistiamo da anni allo scempio dovuto all’abbattimento di alberi secolari. Eppure gli studi evidenziano i molti vantaggi che derivano dall’avere alberi in città. Quelli che hanno una chioma medio/grande assorbono fino a 250 litri di acque delle grandi piogge impedendo l’allagamento della città.
Grazie ancora per il vostro impegno.
Innanzitutto bisogna modificare il TUF , STOPPARE LE CENTRALI A BIOMASSA ed una severa modifica al codice stradale di modo che anch’esso risponda alla sostenibilità ambientale.
Ad esempio quanto incide nella qualità della’aria una strada a grande o media percorrenza!
Quanto co2 ,immette nell’aria un passaggio di 10.000 AUTO/GIORNO e cosa fa il codice stradale per EQUILIBRARE questo bilancio in veste di consumo di ossigeno e restituzione di ci2 e nox? in compenso impone l’abbattimento di alberi e vegetazione in ogni strada ma anche sentieri e piste ciclabili , fiumi, piste da sci senza nessuna compensazione? troppo facile! anche questa è transizione ecologica!!!