Le proposte di regolamento per la riforma della PAC (Politica Agricola Comune) approvate da Parlamento e Consiglio non hanno nulla di “verde”, ignorano la sfida climatica, non difendono la salute dei cittadini, non promuovono le piccole e medie imprese, non sostengono i contadini, non investono sulla transizione ecologica dell’agricoltura.
Approvandole a maggioranza, le istituzioni europee si sono messe di traverso all’istanza di cambiamento espressa da tanti cittadini Europei, ma anche dalla stessa Commissione UE con la proposta di allineare l’agricoltura alla traiettoria di rinnovamento del “Green Deal”.
Non sono stati previsti né gli strumenti, né le risorse necessarie per dare concretezza agli obiettivi previsti nei documenti di strategia della Commissione “From Farm to Fork” e “Biodiversity 2030“: la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi nei campi, del 20% dei fertilizzanti minerali e del 50% degli antibiotici negli allevamenti; la rinaturalizzazione del 10% e la conversione al biologico del 25% della superficie agricola europea.
Nel silenzio generale, le corporazioni agricole e i big dell’agrobusiness intendono mettere le mani ancora una volta sui 387 miliardi di euro della nuova PAC, soldi non caduti dal cielo, ma presi dalle tasche dei cittadini Europei e che vanno nella direzione sbagliata, a sostenere la chimica di sintesi, le monoculture, le coltivazioni e soprattutto gli allevamenti intensivi, responsabili di tre quarti delle emissioni dei gas serra dell’intero settore agricolo europeo.
L’Unione Europea confermerebbe uno stanziamento di cui l’80% sono sussidi destinati al 20% delle aziende agricole più grandi, e non a milioni di contadini o aziende agricole medio piccole che producono gran parte del cibo che finisce sulle nostre tavole, che garantiscono la diversificazione e la biodiversità, custodendo il territorio da posizioni di marginalità e difficoltà economica.
Si riconferma così un modello di agricoltura che ha causato lo spopolamento e l’impoverimento delle aree interne, il degrado dell’ambiente e brutale sfruttamento del lavoro.
Parlare di sostenibilità in agricoltura significa perseguire obiettivi di riqualificazione dei territori, dare valore al lavoro contadino e a quello di aziende agricole e dei braccianti, puntare sull’agroecologia come veicolo di innovazione e come stimolo per la ricerca in tale senso. Tutti principi che sono stati cancellati dal voto dello scorso ottobre. Ma la partita non è chiusa. Il testo della riforma della Politica Agricola Comune è attualmente discusso e vagliato da un negoziato tra le istituzioni europee, che dovranno presto trovare un accordo.
Non vogliamo che le decisioni vengano prese senza l’ascolto delle ragioni dei cittadini e del mondo agricolo e contadino.
Vi è già in Europa una moltitudine di organizzazioni della società civile e di grandi associazioni che ha espresso un radicale dissenso. Il corso degli eventi può cambiare.
Per questo è importante una mobilitazione straordinaria perché il nostro dissenso e le nostre ragioni arrivino sul tavolo di Bruxelles, stimolando altresì l’avvio un percorso aperto e partecipato per la definizione del Piano strategico nazionale. Piano che darà attuazione alla PAC post-2020 e che dovrà essere ambizioso ed in linea con gli obiettivi del Green deal europeo.
Ci appelliamo a cittadini, contadini, aziende agricole, sindacati, organizzazioni ambientaliste e di impegno sociale e civile che sono impegnate in Italia e in Europa, per un’azione forte per una PAC differente, affinché nell’agricoltura italiana ed europea si affermino i principi della sostenibilità ambientale e sociale.
Sottoscrittori
Renata Alleva Nutrizionista Specialista in Scienza dell’Alimentazione – ISDE
Alberto Berton, AltroNovecento (Fondazione Micheletti) e Scuola di Bioeconomia Università di Perugia
Baticòs, Bio-distretto Alto Tirreno Cosentino
Fabrizio Bianchi, epidemiologo, IFC-CNR Pisa
Biodistretto di S.Gimignano
Marta Bonafoni, Consigliera della Regione Lazio*Stefania Borgo, medico, Giunta nazionale ISDE
Marco Boschini, coordinatore Associazione Comuni Virtuosi
Lucio Cavazzoni, GoodLand
Lucia Coppola, Consigliera provinciale e regionale del Trentino Alto Adige – Gruppo Misto/Europa Verde
Famiano Crucianelli, Biodistretto della Via Amerina e delle Forre
Agostino Di Ciaula, medico, presidente comitato scientifico ISDE
Damiano Di Simine, Legambiente e Coalizione Cambiamo Agricoltura
Eleonora Evi, eurodeputata – Gruppo dei Verdi/ALE
Brigitte Foppa, Consigliera provinciale e regionale Verdi-Grüne-Verc Trentino/Alto Adige
Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori
Patrizia Gentilini, Medico Specialista in Oncologia ed Ematologia -ISDE Italia
Giampiero Golisano, FLC CGIL CREA
Bruno Hassemer, fondatore Biopolis
Kyoto Club
Paolo Lauriola, medico, coordinatore nazionale RIMSA (Rete Medici Sentinella per l’Ambiente)
Giuseppe Miserotti, medico, membro Giunta nazionale ISDE
Rossella Muroni, vicepresidente Commissione Ambiente Camera
Vitalia Murgia, medico, membro Giunta nazionale ISDE
Navdanya International
Marco Omizzolo, Sociologo – Presidente Tempi Moderni Aps
Pan Italia
Marianna Panzarino, Green Italia
Maria Grazia Petronio, medico, Giunta nazionale ISDE e UNIPI
Francesco Romizi, giornalista, responsabile comunicazione ISDE e presidente Biodistretto Valdichiana
Roberto Romizi, medico, Presidente nazionale ISDE
Gianni Tamino, biologo, membro comitato scientifico ISDE e UNIPD
Task Force “Natura e Lavoro”