Quantificare le dinamiche del cambiamento dell’uso del suolo è fondamentale per affrontare le sfide sociali globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.
Un recente studio pubblicato su Nature Communications analizza le dinamiche del cambiamento globale dell’uso del suolo con una risoluzione spaziale senza precedenti che combinano più flussi di dati aperti (rilevamento remoto, ricostruzioni e statistiche) per creare l’HIstoric Land Dynamics Assessment + (HILDA +).
Lo studio indica che il cambiamento dell’uso del suolo ha colpito quasi un terzo (32%) della superficie terrestre globale in soli sei decenni (1960-2019) e, quindi, risulti circa quattro volte maggiore in estensione rispetto a quanto stimato in precedenza.
Notevoli le differenze a livello geografico, con rimboschimento e abbandono dei terreni coltivati nel nord del mondo e deforestazione ed espansione agricola nel sud.
Circa tre quarti della superficie terrestre della Terra risulta alterata dagli esseri umani nell’ultimo millennio e causa del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e della sicurezza alimentare, poiché influisce fortemente sulle fonti di carbonio e sui pozzi e sulla perdita di habitat e sostiene la produzione alimentare.
Va ricordato che il potenziale di mitigazione delle attività di utilizzo del suolo, comprese quelle relative alle foreste e all’agricoltura, è stato riconosciuto come essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici ai sensi dell’accordo di Parigi, rendendo l’uso del suolo una componente centrale di molti dibattiti politici internazionali.
Nello studio emerge che il 17% della superficie terrestre si è modificato almeno una volta dal 1960 al 2019 con una estensione totale di 43 milioni di km², quasi un terzo della superficie terrestre globale. Ciò significa che, in media, una superficie terrestre di circa il doppio dell’intera Germania (720.000 km²) è cambiata ogni anno dal 1960.
Negli ultimi 60 anni, indica ancora lo studio, la copertura forestale totale della Terra si è ridotta di quasi 1 milione di km², più di tre volte l’estensione dell’Italia. Mentre nello stesso periodo le aree coperte da terreni coltivati e pascoli sono aumentate all’incirca della stessa misura.
Fonte: https://www.nature.com/articles/s41467-021-22702-2