Ancora un supermercato nell’area di un centro storico: a Riozzo, Comune di Cerro al Lambro

A cura di Italia Nostra Milano sud-est.

A seguito del dibattito sorto intorno alla costruzione di un supermercato nella frazione di Riozzo, comune di Cerro al Lambro, si è resa necessaria una doverosa puntualizzazione rispetto a questa vicenda, a beneficio innanzitutto dei cittadini che hanno il diritto di conoscere i fatti di cui si sta discutendo.
Negli anni della sua attività, Italia Nostra Milano Sud- Est si è distinta per aver cercato di difendere i beni culturali minacciati da scelte difformi alle prescrizioni del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n.42 Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Il supermercato, di cui si parla fin dal 2011, è pubblicizzato come pronta risposta del Comune ai bisogni dei cittadini e verrà realizzato nell’area del centro storico riozzese, dove, pur non esistendo
vincoli di tutela, la Soprintendenza ha chiaramente espresso un parere che, considerando la natura del compendio, che coincide con un insediamento rurale documentato nel catasto teresiano, e la prossimità alla cascina Podere Grande (sottoposta a tutela con Decreto ufficiale), all’oratorio di San Rocco (tutelato ope legis) e ai resti di Palazzo Visconti Aicardi- di cui formano l’inscindibile ambiente- auspica che le norme urbanistiche avvallino trasformazioni compatibili con il contesto storico, nel rispetto delle prescrizioni dettate dall’art. 25 delle NTA del piano paesaggistico regionale.

Il supermercato è sicuramente un servizio alla cittadinanza, ma un’Amministrazione efficiente dovrebbe forse rispondere in modo più oculato, opportuno e lungimirante: lo stesso supermercato può essere costruito in una zona non così delicata e importante per la memoria della frazione, di fronte ad una Chiesa vincolata.

Questo è ancor più inderogabile se si pensa a quello che è stato fatto negli anni dalle ultime amministrazioni a Riozzo. Abbiamo assistito, infatti, alla demolizione della gran parte del suo patrimonio storico e architettonico: Palazzo Visconti Aicardi è stato demolito nell’aprile 2008 grazie alla delibera di giunta in cui, all’epoca, Marco Sassi ricopriva il ruolo di Assessore alla cultura e il Sindaco era Dario Signorini.
Dopo la demolizione, il 20 maggio 2008, fu fatta da noi una segnalazione alla Soprintendenza che, in data 26 maggio, mandava un’imbarazzante comunicazione al Comune “facendo presente che l’edificio, pur non essendo soggetto a specifico vincolo monumentale da parte del Ministero, tuttavia possedeva degli indubbi valori testimoniali, anche quale brano significativo per la storia della cittadina, che la medesima Amministrazione, secondo le proprie competenze, avrebbe potuto salvaguardare in sede di pianificazione urbanistica (sia generale, sia attuativa) in particolare con gli strumenti di Piano Regolatore”.

Nel gennaio 2013 Italia Nostra, a seguito della necessaria verifica d’interesse culturale ministeriale, ottenne il vincolo su alcuni edifici, tra cui la Chiesa di San Rocco, Podere Grande (Cascina
Taveggia) e le pertinenze rimaste degli antichi giardini all’italiana. Nonostante questi vincoli ministeriali, (il sig. Sassi è sindaco dal 2011), ancora nel 2015, un intervento edilizio privato, autorizzato dal Comune, demolì il cancello del muro di cinta di palazzo Visconti. A seguito della nostra segnalazione, in data 12 agosto 2015, la Soprintendenza scrisse al comune un’altra lettera di richiamo, giacché più volte quel manufatto era stato identificato e notificato come da conservare.

Le demolizioni di palazzo Visconti e delle sue pertinenze sono state un grandissimo danno al patrimonio storico locale e una grave responsabilità dell’Amministrazione comunale che aveva il dovere morale e legale di conservarlo, avendone anche tutti gli strumenti necessari. Un passato drammatico per la tutela dei beni architettonici non si redime sicuramente con intenti e politiche che già oggi sollevano timori circa il futuro aspetto che avrà il paesaggio del centro storico di Riozzo.

In questi giorni leggiamo dei grandi meriti dell’Amministrazione che rivendica la paternità del recupero dell’Oratorio di San Rocco: ma forse sarebbe più realistico dire che esso sarebbe stato abbandonato a un destino di degrado irreversibile se non fosse stato per la fortunata assegnazione dei quasi 400.000 Euro da parte dello Stato. A fronte del riconoscimento di un valore importante del sito della Chiesa di San Rocco, (che ha decretato la legittimità e le ragioni del contributo stanziato per il suo recupero!), questa attenta Amministrazione decide paradossalmente l’avvio della realizzazione di un supermercato che, a seguito delle ragioni espresse sopra e del già citato parere del Ministero, risulta inappropriato e totalmente fuori contesto.

Non sembra proprio che questo sia un buon segnale per il futuro e per le immediate responsabilità di cui si dovrà fare carico la nuova Amministrazione.
Al netto di quanto evidenziato, Italia Nostra è sempre e comunque pronta a dialogare e confrontarsi con il nuovo Sindaco, offrendo la sua disponibilità e competenza in materia, per dare un aiuto concreto nella buona gestione dei beni culturali e della loro doverosa tutela.