A cura del Comitato “Stop a San Carlo-Bertarella”.
Dopo un appello sottoscritto da molte cittadine e cittadine, lo scorso sabato 23 ottobre si è tenuta anche una manifestazione pubblica a Melegnano sotto lo slogan “salva il bosco, salva il suolo, salva la terra“, per protestare contro i progetti urbanistici che prevedono nuovi insediamenti industriali.
A Ovest del centro storico, nei lotti di terreno San Carlo-Bertarella, dovrebbero infatti sorgere il nuovo stabilimento della San Carlo, un data-center e una logistica: un consumo di suolo mai visto, un progetto tra i più impattanti pari a quattrocentomila metri quadrati di territorio comunale – pari a 57 campi di calcio.
Si tratta di suolo libero e agricolo tra l’autostrada, l’alta velocità ferroviaria e le strade per Carpiano e Landriano; un’area che prende il nome di San Carlo-Bertarella e che vale l’8% della superficie di Melegnano: l’equivalente del quartiere Giardino.
La trasformazione è prevista dal Piano di governo del territorio del 2012, confermata dalla variante del 2017 (giunte sindaco Bellomo) e dai piani attuativi definiti dalle proprietà e dalla giunta comunale in carica (sindaco Bertoli).
Si tratta di una operazione sbagliata dal punto di vista urbanistico e fuori dal tempo per l’impatto ambientale e climatico che avrà. Una scelta che contrastiamo, anche ricorrendo alle vie legali.
Abbiamo avviato una battaglia per salvare il bosco che da decenni insiste sull’area: il bosco contribuisce a creare ambiente, assorbe l’anidride carbonica, riduce l’isola di calore urbano, favorisce la biodiversità, migliora la vivibilità della città.
La nostra battaglia vuole salvare il suolo libero e agricolo del Comune, che già oggi ha un consumo di suolo tra i più alti dell’area metropolitana e della Lombardia. Il suolo è una risorsa scarsa e irriproducibile, che va preservata, grazie al quale si producono gli alimenti, si drenano le acque meteoriche, si previene il dissesto idrogeologico e si cattura la CO2.
La nostra è una battaglia per salvare la Terra. Non solo quella del nostro Comune, ma quella di tutti. È una battaglia per la riduzione drastica delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, che le nuove urbanizzazioni determinerebbero. La nostra è una battaglia che guarda al futuro, a un futuro diverso da quello costruito in decenni di urbanizzazione e cementificazione.