di Frederick Bradley.
E’ noto come la ricchezza del paesaggio italiano derivi anche da come l’uomo ha saputo interagire nei secoli con i caratteri naturali del territorio, non già distruggendoli ma modellando su di essi i segni della propria presenza. E’ il risultato di un adattamento anche e soprattutto culturale che purtroppo è andato progressivamente scomparendo con la fine della civiltà contadina e di cui oggi stentiamo a riconoscere il significato e con esso il valore. Persistono tuttavia casi in cui questo rapporto armonico si è mantenuto pressoché integro sia nella forma che nella sostanza, pur nell’inevitabile evoluzione che i criteri d’uso del territorio hanno subito negli ultimi decenni. E’ quanto avvenuto nella conca glaciale di Campocatino, nel versante delle Alpi Apuane che forma il margine occidentale della Garfagnana.
Un paesaggio mirabile che potrebbe fungere da esempio di gestione attuale del territorio in continuità con quella passata, ma che già nelle zone circostanti mostra come in realtà questa strada sia molto difficile da perseguire, anche dal punto di vista culturale.
Buona lettura..
Il paesaggio di Campocatino (Lucca)
In un territorio caratterizzato da un ambiente naturale di grande interesse, assumono particolare significato i segni lasciati dalla glaciazione terminata circa 15.000 anni fa. Qui la morfologia glaciale, oltre a esprimere un suo valore scientifico intrinseco, ha giocato un ruolo fondamentale per la popolazione locale che ha sfruttato la sede di un antico ghiacciaio per creare l’insediamento pastorale di Campocatino: un alpeggio frequentato da secoli da pastori transumanti al punto di realizzarvi un caratteristico centro abitato, seppur stagionale, ora destinato senza sostanziali alterazioni architettoniche alla fruizione turistica di prossimità.
Natura e storia si interconnettono anche nella Valle di Arnetola, sede di uno dei maggiori ghiacciai würmiani delle Apuane, lungo cui correva la settecentesca Via Vandelli, quando il territorio era sotto il dominio estense. Ed è proprio lungo l’antico tracciato che è sorto il borgo di Vagli di Sopra, il principale abitato della zona, che in Arnetola vede il suo bene identitario maggiore, la Cappella di San Viano, ma purtroppo anche un’attività estrattiva estremamente impattante e in aperto conflitto con il contesto ambientale e storico della valle.
Non possiamo continuare a distruggere l’ambiente per questioni economiche. E’ nostro dovere impegnarci al fine di contemperare l’esigenza umana, contestualizzata in dato momento storico, con la necessità di preservare l’ambiente anche alle generazioni che verranno dopo di noi. Il territorio della Garfagnana ha già dato molto dal punto di vista dello sfruttamento ambientale ( miniere di marmo ecc. ecc….). Salviamo Campocatino diamo il valore all’ambiente prima che tutto sia distrutto definitivamente.