55 anni fa lungo il lago di Cei a Villa Lagarina fu costruita una casetta-baita in lamiera di circa 35 metri quadrati su un terreno ad uso civico. Una costruzione non abusiva, poichè il proprietario ha sempre puntualmente pagato l’affitto agli usi civici e provveduto a collegarlo con la fognatura, l’acqua potabile e la corrente elettrica.
Quasi vent’anni fa il Comune di Villa Lagarina ha definito l’intera area del lago come fascia protetta in un ambito ritenuto naturalistico e paesaggistico e, dunque, da tutelare. La presenza di quella casetta in lamiera è stata pertanto ritenuta non più tollerabile e dal Comune è stata avviata la richiesta al proprietario di provvedere alla sua demolizione, operazione però onerosa dato che oltre al fabbricato si sarebbero dovuti eliminare anche gli ingombranti servizi pubblici.
La decisione su a chi spettasse accollarsi gli oneri della demolizione sono finiti in una lunga disputa che il TAR ha ora portato a conclusione: nonostante tecnicamente la casetta non sia abusiva, va comunque abbattuta.
I giudici amministrativi hanno infatti sentenziato che «dal fatto che l’uso civico costituisce un vincolo posto al fine di tutelare un pubblico interesse, volto ad assicurare un’utilità alla collettività ed ai suoi componenti che ne usufruiscono, discende che, fintanto che il vincolo permane, i terreni in tal senso gravati non hanno alcuna possibilità, anche remota, di essere avviati all’edificazione. Esiste una oggettiva incompatibilità tra l’impiego esclusivo dell’area occupata da manufatti e l’esistenza di determinati usi civici».
Il bene collettivo è, dunque, superiore rispetto all’interesse privato: «L’impossibilità sul piano giuridico di consentire edificazioni di strutture immobiliari da parte di privati su terreni appartenenti al demanio civico comporta, quale logica e diretta conseguenza, che qualora tali manufatti vengano realizzati questi siano abusivi per antonomasia e che, per tali ragioni, essi sono legittimamente assoggettabili al regime della demolizione».
Ma la casetta sul lago di Cei non è l’unico caso: in località Cimana, frazione di Pedersano, paiono essere presenti altre venti costruzioni realizzate nei primi anni Settanta su terreni di uso civico. E la prima sentenza del TAR fa pensare che nelle prossime settimane ci saranno (ci dovranno essere…) altre novità in difesa del diritto collettivo.