A cura del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.
Il Comitato V.I.A. della Regione Abruzzo, adeguandosi a un’ordinanza del TAR Pescara, ha concesso alla Sile Costruzioni di avviare la procedura per la cosiddetta Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria” e postuma, cioè ad opere in parte realizzate, del centro commerciale Mirò a Chieti scalo, zona Megalò.
Sì, perché nel silenzio quasi generale, senza destare grandi preoccupazioni nell’opinione pubblica, nonostante dossier e iniziative di comitati da tutta Italia con in prima fila il Forum H2O che per primo sollevò la questione a scala nazionale, nel 2017 il Governo e il Parlamento introdussero nel Testo Unico dell’Ambiente la possibilità per le aziende di attivare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale “a posteriori” e “a sanatoria”, cioè ad intervento realizzato in tutto o in parte.
Queste procedure piuttosto surreali possono sempre concludersi in teoria con il rigetto, ma aprono ovviamente un’autostrada ad interventi che mettono tutti “davanti al fatto compiuto”, magari con il ricatto occupazionale dei cantieri aperti o dell’impianto ormai funzionante o la possibile richiesta di danni nei confronti dei funzionari chiamati ad esprimersi.
Questa vergognosa norma sta producendo situazioni paradossali alla faccia delle normative comunitarie che impongono una valutazione preventiva dell’impatto ambientale. La Corte di Giustizia europea aveva aperto uno spiraglio per la V.I.A. “in sanatoria” solo in situazioni assolutamente eccezionali e solo per ripristinare gli effetti delle direttive comunitarie.
Il Governo italiano decise invece di aprire una vera e propria voragine rispetto alle norme comunitarie. Tra l’altro, a peggiorare il quadro, il regime delle sanzioni, da 35.000 a 100.000 euro per chi realizza opere anche di decine o centinaia di milioni di euro di valore senza fare la Valutazione di Impatto Ambientale. Praticamente un buffetto sulla guancia.
Ora la Sile Costruzioni avrà 15 giorni per integrare la documentazione e l’iter ripartirà con le osservazioni del pubblico.
Senza una modifica restrittiva alla norma nazionale sarà sempre più frequente il ricorso a queste sanatorie, parziali o totali.
I parlamentari abruzzesi potrebbero darsi da fare depositando emendamenti per cancellare questo obbrobrio normativo. I parlamentari europei dovrebbero segnalare alla Commissione quanto sta accadendo in Italia. Purtroppo le ulteriori modifiche alle procedure di V.I.A. introdotte pochi mesi fa dal governo Draghi e votate a larga maggioranza vanno nella stessa direzione della deregulation generale in materia ambientale per cui nutriamo poca speranza in un ravvedimento operoso.