Nasce il Comitato “Amici del Botto di Orvieto”, un organismo formato dai cittadini e dagli abitanti del Comune che stanno difendendo i diritti di tutto il territorio orvietano e dell’ambiente in generale. Cittadini interessati alle attività di sfruttamento minerario, perpetrato nella cosiddetta “Cava La Spicca”, realizzate dai proprietari dei suoli tramite il consenso delle istituzioni che li hanno autorizzati.
Le Cave del Botto sono ormai sfruttate da tanti anni, troppi: più di 30 per essere precisi. L’attività estrattiva è andata avanti in modo quasi ininterrotto nonostante diverse segnalazioni degli abitanti, sia per i rumori prodotti dai processi di lavorazione, che per le vibrazioni indotte dal brillamento delle mine alle abitazioni private
Discutibili i lavori di ripristino
Inoltre i lavori di ripristino che sono stati effettuati, fra l’altro approvati dalle Istituzioni, non hanno restituito i luoghi alla loro naturale vocazione. Basta visionare l’area per rendersi conto della ferita che grava su un ambiente naturale che è stato, e che resta, sfregiato. Ma non solo.
Nuovo sfruttamento di oltre 32 ettari per altri 20 anni
In tale contesto la società La Spicca ha presentato un nuovo progetto di ampliamento (suddiviso in 2 stralci) di oltre 32 ettari di terreno e avente una durata complessiva dell’attività stimata in 20 anni
Sommando questi 32 ettari a quelli della cava già attiva avremmo un totale di oltre 70 ettari di terreno sconvolto dall’estrazione del basalto
Inoltre in base a quanto suddetto si rischia di avere disturbi quotidiani legati al rumore e alle vibrazioni per altri 20 anni.
Una nuova “ferita” assolutamente da evitare
Come cittadini siamo aperti a soluzioni diverse: abbiamo un’apertura mentale tale da riporre fiducia nella scienza e nell’osservazione dei dati, senza pregiudizi. Tuttavia siamo fortemente convinti, proprio dall’esperienza acquisita in questi anni, che un prolungamento ultradecennale con uno sfruttamento che interessa porzioni enormi di terreno coltivato prevalentemente a vigneti ed uliveti, non si debba assolutamente fare in quanto andrebbe ad alterare ulteriormente ed irreversibilmente la morfologia e la vocazione tipiche del nostro paesaggio. Va oltretutto tenuto conto che sarà abbattuto anche un antico casale che rappresenta una testimonianza storica del nostro territorio e che si trova nelle vicinanze di un’area già soggetta a vincolo archeologico per ritrovamenti di epoca romana
Piano Cave del 2005 e assenza della Vas
Si deve considerare che il prolungamento dello sfruttamento viene concesso in assenza di una revisione recente del “Piano Regolatore delle Cave” fermo al 2005, e con l’assenza di una Vas (Valutazione ambientale strategica) che ci sembra essere, a questo punto, più che necessaria per tener debito conto delle esigenze di tutela e specie di valorizzazione ambientale.
Piano regolatore approvato con una maggioranza risicata
Vogliamo sottolineare che tale nuova operazione è stata decisa da un Piano Regolatore Comunale approvato a maggioranza con 8 voti rispetto a 7 voti distribuiti tra contrari, astenuti e assenti, che non si coniugano affatto con un provvedimento di governo generale del territorio che richiederebbe una maggioranza ben più ampia.
Consideriamo anche le vicende giudiziarie…
Il tutto senza considerare le vicende giudiziarie che coinvolgono funzionari regionali dell’Ufficio Cave, attualmente sottoposti a indagine con l’accusa di corruzione.
Proprietà Cava La Spicca maggioranza estera
A questo si deve aggiungere che la maggioranza della proprietà è estera, extra Unione Europea, e che quindi poco apporterebbe a questo territorio in termini di benefici economici.
ABBIAMO GIÀ DATO!
IL BOTTO NE HA ABBASTANZA DI BOTTI, DINAMITE E CATERPILLAR
Soluzione alternative al basalto
Si deve considerare, infatti, che ci sono soluzioni alternative che possono esser perseguite con processi di economia circolare, per sostituire il basalto nei suoi attuali utilizzi con altri materiali non inquinanti. Soluzioni alternative che possono ben risolvere la necessità in questione.
Evitare la distruzione di un territorio vocato al turismo e al paesaggio
Ed ancora. Come è stato ribadito da tutte le forze politiche, la vocazione di Orvieto è da ricercare nello sviluppo di attività industriali leggere e nelle attrazioni culturali, turistiche, paesaggistiche, enogastronomiche, enologiche che sono legate in modo indissolubile ad un turismo che valorizzi l’intero territorio nel suo complesso.
Per questo motivo, permettere un nuovo ultradecennale sfruttamento di un territorio così “speciale” dal punto di vista paesaggistico è solo uno scempio che tutti i cittadini di Orvieto, e non solo, debbono assolutamente evitare.
APPELLO AI CITTADINI
È un appello che il Comitato Amici del Botto di Orvieto rivolge a tutti i cittadini orvietani e della Regione Umbria, per provare a fermare questa nuova distruzione e questo nuovo sopruso: abbiamo ancora tempo per riuscire a bloccare l’operazione e fare sì che il nostro territorio venga maggiormente tutelato e non messo a servizio di soggetti privilegiati a scapito dell’ambiente e della qualità della vita delle persone che vi risiedono
In vista della prossima Conferenza dei Servizi
Dopo il 30 marzo ci sarà la Conferenza dei servizi alla quale presenteremo le osservazioni in merito al nuovo piano per il prolungamento dello sfruttamento: abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Non è un problema solo degli abitanti della zona, ma riguarda tutti i cittadini di Orvieto, dei comuni limitrofi e della Regione Umbria.