A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico odv.
Le XXV Olimpiadi invernali Milano – Cortina d’Ampezzo 2026 sono certamente una grande manifestazione sportiva e anche un’occasione per la ripresa economico-sociale dopo i disastri determinati dalla pandemia di coronavirus Covid-19.
Tuttavia è bene mettersi in testa una volta per tutte che non possono essere l’ennesima occasione italica per realizzare scempi ambientali e sprechi di ingenti fondi pubblici.
Invece pare proprio che siamo su questa strada.
Uno dei modi più efficaci per prevenire scempi e sprechi è lo svolgimento della procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) concernente l’intero complesso di opere e interventi rientranti nel programma per la realizzazione della manifestazione sportiva. Procedura che – per legge – deve accompagnare e migliorare qualsiasi programmazione e pianificazione.
Eppure, finora, nessuna procedura di V.A.S. è stata avviata.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, così, inoltrato una nuova specifica istanza alle Amministrazioni pubbliche competenti (Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, Regioni Lombardia e Veneto, Province autonome di Trento e di Bolzano) perché venga finalmente avviata la necessaria procedura di V.A.S.
E’ stata informata la Commissione europea.
Non c’era, quindi, ancora il programma complessivo degli interventi, tuttavia “è indubbio che il ‘Piano dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, insistente sui territori delle Regioni Lombardia e Veneto, nonché delle Province autonome di Trento e di Bolzano’… dovrà essere sottoposto alla procedura di sostenibilità ambientale di piani e programmi (VAS) … e alla procedura di valutazione di incidenza ambientale”, come previsto anche dal relativo Dossier di Candidatura.
Il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico aveva informato (note prot. n. 60561 del 7 giugno 2021, n. 36778 del 7 aprile 2021, n. 10271 del 9 maggio 2019) che stava curando “la trasmissione alla Commissione europea delle misure di compensazione per interventi per i quali la valutazione di incidenza sia giunta a conclusioni negative, ai sensi dell’art. 6, paragrafo 4, della direttiva 92/43/CEE” perché “tra le nuove opere previste per le Olimpiadi 2026 rientra anche la costruzione di una pista da bob a Cortina sul tracciato della preesistente pista Monti, chiusa nel 2008 e ora in rovina”.
Inoltre, se da un lato “la pista di bob in esame risulta esterna ai siti della rete Natura 2000 ed in generale al sistema delle aree protette e tutelate, tuttavia, come è noto, l’area di Cortina è oggetto di diversi interventi connessi alla realizzazione della infrastrutturazione necessaria allo svolgimento dei Mondiali di sci e delle Olimpiadi invernali del 2026, molti dei quali con impatto significativo sui siti Natura 2000 e nello specifico sulla ZSC IT3230017 ‘Monte Pelmo – Mondeval – Formin’”.
Fra i diversi interventi “all’interno di siti della rete Natura 2000, alcuni hanno infatti comportato o comporteranno la necessità di attuare la procedura di deroga prevista dall’art. 6, paragrafo 4, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’, a seguito di valutazione di incidenza conclusa con esito negativo;
tra questi:
• Progetto di fattibilità tecnica ed economica intervento (E1) pista da sci alpino “Lino Lacedelli” – Cortina d’Ampezzo. Notificato alla Commissione europea ai sensi dell’art. 6, paragrafo 4, con nota di questa Direzione Generale PNM 10971 del 09.05.2019;
• Realizzazione di una nuova cabinovia ‘Son dei Prade – Bai de Dones’ L3N1, in comune di Cortina d’Ampezzo (BL): per tale intervento l’iter di cui all’articolo 6, paragrafo 4, è stato avviato da codesta Regione del Veneto con nota prot. 259737 del 01.07.2020 ma la trasmissione alle CE non è stata ancora perfezionata in quanto questa Direzione Generale è ancora in attesa di acquisire tutte integrazioni richieste con nota 57097 MATTM del 22.07.2020. A detta richiesta si è avuto infatti solo parziale riscontro da parte della Direzione Turismo regionale, con comunicazione prot. 304701 del 31.07.2020, nella quale è stata specificata la necessità di tempi istruttori supplementari per il completamento della documentazione richiesta, ed in particolar modo dell’aggiornamento complessivo dello Standard Data Form del sito Natura 2000.
• ‘PROGETTO L1N6 BACINO IDRICO POTOR’: procedura ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, non ancora avviata da codesta Regione del Veneto, ma correlata agli interventi di cui sopra.”
Il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico ha, quindi, invitato la Regione Veneto “a valutare con particolare attenzione, anche nell’ottica di area vasta, gli effetti sulla biodiversità e sulla conservazione degli habitat e degli habitat di specie che la realizzazione dell’intervento in esame potrebbe comportare, considerato che l’area di Cortina d’Ampezzo è già oggetto di importanti interventi infrastrutturali. Ciò anche al fine di proporre che siano prese in considerazione soluzioni alternative a minor impatto”.
Come si può vedere, il quadro per quanto riguarda l’Ampezzano è tutt’altro che ambientalmente sostenibile.
La Regione Lombardia, la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano non hanno fornito alcuna risposta.
Come noto, la procedura di V.A.S. dev’essere svolta in occasione di piani o programmi che possano avere significativi impatti sull’ambiente, come il caso del programma per le XXV Olimpiadi invernali, lo scopo di fornire i criteri per la scelta della strategia più sostenibile per l’ambiente, in seguito alla valutazione di tutte le strategie possibili e le ragionevoli alternative effettuata comparando gli obiettivi di sviluppo del piano o programma con gli effetti significativi, singoli e cumulativi che l’attuazione dello stesso potrebbe avere sull’ambiente.
Nel caso specifico, è interessata l’intera Regione Alpina compresa fra la Lombardia, le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione del Veneto.
Strade, sbancamenti, varianti, svincoli, piste da sci, invasi idrici, impianti di sci artificiale e chissà quant’altro.
Un elenco completo non conosciuto, ma certo decine e decine di interventi finanziati con il decreto Ministero Infrastrutture del 4 novembre 2020 (un miliardo di euro complessivamente) e rientranti nel decreto Ministero Infrastrutture del 7 dicembre 2020, così come a iniziativa di Enti pubblici territoriali di vario livello e comunque connesse, come, per esempio, i collegamenti sciistico/impiantistici fra Livigno e Santa Caterina Valfurva con creazione di nuovo dominio sciabile ed ampliamento dell’esistente, costruzione di nuovi impianti di risalita e potenziamento degli impianti di innevamento artificiale con creazione di bacini idrici artificiali volti ad alimentare la produzione di neve artificiale, indicati nella proposta di aggiornamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale di Sondrio, attualmente in corso di procedura di V.A.S. ben più limitata.
Anche il Comune di Bormio (SO), per esempio, ha analogamente recentemente approvato (deliberazione Consiglio comunale n. 5 del 26 gennaio 2022) specifica intesa con la Regione Lombardia e il Concessioni Autostradali Lombarde s.p.a. per la progettazione e la realizzazione della c.d. tangenzialina di Bormio in area di grande rilievo ambientale (prati dell’Alute, sponda del Torrente Frodolfo), tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.), tutela idraulica (regio decreto n. 523/1904 e s.m.i.) e destinazione ad area naturale protetta regionale (legge regionale Lombardia n. 83/1986 e s.m.i.) in completa assenza di procedura di V.A.S. in precedenza enunciata
Uno degli elementi portanti della valutazione ambientale strategica risiede, invece, nella valutazione complessiva degli interventi, così da poterne verificare e prevedere gli impatti cumulativi.
Il GrIG – che ha coinvolto i Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, le Regioni Lombardia e Veneto, le Province autonome di Trento e di Bolzano e ha informato la Commissione Europea – richiede, pertanto, una valutazione preventiva complessiva, che permetta il coinvolgimento dei cittadini in forma singola e associata per la difesa del proprio ambiente e della propria salute.