Come associazioni e movimenti che si curano dell’ambiente siamo molto preoccupati da quanto sta accadendo a Porto Venere, dove il Comune a guida Cozzani sta letteralmente smantellando, colpo dopo colpo, il Parco Naturale Regionale di Porto Venere, il quale tutela anche le isole del Golfo della Spezia.
Il Parco esiste ancora ma non ha più personale tecnico né finanziamenti dedicati, e questo favorisce l’adozione di provvedimenti che giudichiamo fuori dal mandato che la legge conferisce ad un’area protetta, in special modo quando questa coincide con siti di interesse comunitario (SIC) come quello della Palmaria, contraddistinto da habitat e specie di notevole interesse.
Ci riferiamo al progetto di stabilimento balneare previsto a Carlo Alberto, dove la normativa del Parco viene interpretata in senso estremamente permissivo, per cui la finalità di “Potenziare l’offerta turistico-ricreativa, sportiva e culturale del Parco” ha come esito finale la realizzazione di uno stabilimento balneare di lusso, dotato di area relax, centro fitness e ben due piscine.
Ma ancora più grave è quanto sta succedendo in merito al processo di attuazione del Masterplan dell’Isola Palmaria; dal momento che il Piano del Parco non avrebbe permesso tutta una serie di interventi si è elaborata una variante allo stesso in modo da adattarlo alle previsioni del Masterplan, contraddicendo il principio di legge che vuole il Piano del Parco sovraordinato agli altri strumenti pianificatori. Quindi mortificando le sue funzioni di strumento di previsione e controllo.
L’utilizzo distorto delle misure di legge è ancora più evidente nel momento in cui si mette mano ad un Piano più vecchio di 10 anni (per il quale sarebbe dovuto di norma un intero aggiornamento) solo per accogliere una variante parziale, senza considerare il contesto territoriale dell’intero Parco e (cosa ancor più grave) senza aggiornare le analisi conoscitive, per cui si vanno a valutare modifiche sulla base di un quadro concettuale e di conoscenze ormai ampiamente superato.
Non solo: invece di tener conto dei nuovi elaborati del Piano di Gestione del SIC della Palmaria, di cui il Comune di Porto Venere è in possesso dall’estate scorsa, che forniscono dati, chiavi interpretative, strumenti di gestione e programmazione, gli uffici del Parco si affidano ad un semplice studio di incidenza, molto meno approfondito e aggiornato, per valutare le modifiche imposte dal Masterplan. Ci chiediamo se sia regolare che un elaborato la cui adozione è obbligatoria, riguardo al quale il Comune di Porto Venere è già colpevolmente in ritardo, venga mantenuto nei cassetti mentre vengono approvate misure che proprio quel Piano di Gestione è incaricato di normare…
Le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Posidonia Porto Venere e il movimento “Palmaria SI, Masterplan NO!” ritengono il caso di interesse nazionale, in quanto esempio di cattiva pratica nel campo della pianificazione; per cui interesseranno tutti quegli organi che potrebbero non solo agire in termini di legge, ma anche solo stigmatizzare questo modus operandi, in modo da attivare tutte le possibili misure volte a impedirne la reiterazione.
Sin da subito invieremo tale nota alla Commissione Petizioni della UE, dove è aperta una procedura da noi stessi avviata e accettata e mantenuta attiva dalla Commissione stessa, riservandoci di ricorre ad altri organismi interessati all’argomento sia per gli aspetti urbanistici che ambientali.
Legambiente Circolo La Spezia
Italia Nostra Spezia
Associazione Posidonia Porto Venere
Movimento Palmaria SI Masterplan NO
Ma chi sono gli amministratori del comune di Portovenere? Chi c’è dietro di loro? Chi c’è dietro questo Masterplan? Sarà bene denunciare questo comportamento assurdo e bloccare questi tentativi di investimenti di qualche affarista. Poi la Regione esiste?