In tutta Italia, così come in Europa, è in corso un’emergenza climatica collegata al caldo estremo e alla scarsità d’acqua. Manca l’acqua potabile e i fiumi sono in secca. Per gli scettici: non è una previsione di sciagure future ma la situazione attuale. Un’emergenza ufficialmente riconosciuta, da tutti.
La Regione Lombardia chiederà lo stato di emergenza in attesa di un supporto del governo che ha promesso un “decreto siccità”. Il Presidente Attilio Fontana ha riconosciuto che “stiamo vivendo una situazione eccezionale, di una gravità che non si era mai verificata in questi anni“. Si registrano difficoltà nella produzione di energia: due centrali idroelettriche della regione sono state chiuse. E’ positiva la presa di coscienza del fatto che si debba guardare “in prospettiva” ma sugli interventi strutturali necessari e improcrastinabili secondo il presidente, rimangono forti perplessità considerando che, in precedenza, è mancata l’attenzione. Le associazioni ambientaliste, tra cui Salviamo il Paesaggio, hanno chiesto da tempo un tavolo permanente per affrontare a livello regionale le emergenze ambientali, senza però essere minimamente ascoltate dall’Assessorato di riferimento che dovrebbe invece occuparsi proprio di Ambiente e Clima.
L’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po parla chiaramente di siccità gravissima e di “allerta rossa che richiederebbe lo stop totale e immediato dei prelievi”, trovandosi davanti “uno scenario desolante in cui la penuria diffusa di acqua disponibile condiziona e aggrava pesantemente le già acclarate difficoltà territoriali di agricoltura e habitat”. Confagricoltura Lombardia stima in due miliardi i danni per le campagne a causa di una percentuale dal 30 al 50% di raccolto in meno.
Anche il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, che con la sua rete fornisce acqua per usi irrigui e produttivi, di fronte al quadro climatico riconosciuto come “più siccitoso da numerosi decenni a questa parte” ha dichiarato l’emergenza idrica già lo scorso 18 maggio attivando misure gestionali specifiche di riduzione e turnazione. I fiumi sono in secca: il Lambro nel tratto che attraversa il centro Monza si è ritrovato asciutto ed era ben visibile la moria dei pesci.
Anche i gestori dei servizi idrici integrati, che cercano al momento di escludere specifiche restrizioni, invitano al contenimento dei consumi con raccomandazioni diffuse alla cittadinanza. Qualche comune ha deciso di emettere una specifica ordinanza come è successo a Tradate in provincia di Varese e ad Agrate Brianza in Provincia di Monza e Brianza.
Le parole d’ordine sono: divieto di innaffiare orti, giardini e superfici a verde di giorno, riduzione degli sprechi per evitare un razionamento che è già realtà in alcuni comuni della bergamasca e del Piemonte. Stop a lavaggio auto e piscine per conservare l’acqua per usi potabili e igienici.
Guardando oltre l’emergenza, quali sono però gli interventi strategici necessari?
Il dossier siccità realizzato da Europa Verde indica in maniera chiara cosa si dovrebbe fare per fronteggiare emergenze che potrebbero essere sempre più frequenti: attuare un piano nazionale per gli invasi d’acqua e uno operativo per la tutela del reticolo idrografico. Aumentare il recupero dell’acqua piovana (attualmente è solo dell’11%) e riutilizzare le acque reflue depurate in agricoltura e per usi industriali. Prevedere più fondi per ridurre le perdite della rete di approvvigionamento e per separare le reti fognarie da quelle dell’acqua piovana. Ridurre gli sprechi ma soprattutto, è sempre importante sottolinearlo, garantire una gestione pubblica della risorsa acqua.
Tutto è collegato: le emissioni clima alteranti e la cementificazione del suolo sono le cause di questa situazione. Cerchiamo di ricordarcelo nonostante l’afa sfiancante, perché prima, seppur a mente “fresca”, da molti non è stato capito.
Luca D’Achille (@LucaDAchille)