Ragioniamoci sopra: 8 domande a seguito dell’incontro pubblico sul fotovoltaico a terra a Mogliano Veneto

A cura del Comitato a difesa delle ex cave di Marocco e del Forum Salviamo il Paesaggio, comitato di Mogliano Veneto.

Continua il dibattito legato all’ipotesi dell’installazione di un campo fotovoltaico a terra nel comune trevisano, che vede l’amministrazione contraria al progetto già ampiamente contrastato dalle forze ambientaliste.

Ecco le otto domande, per ora prive di risposta…

  1. Chi ha deciso di fare l’impianto, assieme all’investitore che è la SICET, è il proprietario dei terreni agricoli, come mai non è mai stato nominato, né appare tra gli imputati per un uso, a nostro avviso inappropriato, di un terreno fertile?
  2. Nel corso dell’incontro, martedì 21 giugno, i tre tecnici che hanno illustrato le caratteristiche dell’intervento sono diventati gli imputati, ma, è da verificare, loro agirebbero sulla base di Leggi dello Stato e della Regione. Questi due massimi enti regolatori non sono mai stati messi sotto accusa se non da noi di Salviamo il Paesaggio che abbiamo indicato la Regione come prima responsabile della mancata applicazione della legislazione nazionale a difesa del paesaggio (Decreto legislativo Urbani del 2004) e della inefficacia di quanto predisposto contro il consumo di suolo (Legge regionale per il contenimento del consumo di suolo del 2017). Regione, ti dai una mossa?
  3. Per fortuna, oltre al Comune, principale oppositore, e più modestamente a noi, esiste un Comitato di cittadini, contrario a questa collocazione dell’impianto. Oltre a impegnarsi in un’azione legale si sono espressi sui media anche tramite una giovane studentessa che ha chiesto direttamente al Presidente ZAIA se posizionare i pannelli a terra sui campi sia una difesa del nostro paesaggio agricolo. Il Presidente ha risposto: non si preoccupi il paesaggio sarà salvo. Dobbiamo crederci?
  4. Da tempo in Regione si discute di una nuova Legge che meglio identifichi le aree da privilegiare per questo tipi di impianti assieme a quelle da non utilizzare. Nel Veneto sono migliaia gli ettari potenzialmente disponibili (capannoni, parcheggi, discariche completate, aree residuali non utilizzabili per l’agricoltura). Come mai da mesi sembra pronta per arrivare in Consiglio per l’approvazione, ma si continua a rinviare?
  5. I 9 ettari circa di terreno agricolo che saranno occupati dai pannelli fotovoltaici sono o no consumo di suolo? Secondo l’ISPRA si, anche se in maniera reversibile (tra 30 anni saranno dismessi ed eliminati). Secondo la Regione Veneto?
  6. Quanti ettari di suolo libero potrebbe ancora consumare il nostro Comune sulla base della Legge Regionale che finge di limitarne il consumo? Il Comune ha fatto riferimento a questo punto per opporsi al progetto?
  7. I tecnici che hanno presentato il progetto credono veramente che con pannelli posizionati direttamente a terra e a distanza ravvicinata sia possibile un utilizzo per seminare foraggere e allevare polli, galline, anatre etc.? Noi abbiamo forti dubbi in merito.
  8. Chi difende il fotovoltaico su aree agricole dovrebbe sapere che i pali su cui poggiare i pannelli dovrebbero essere ad almeno 3 o 4 metri da terra per permettere ai coltivi di svilupparsi e ai mezzi agricoli di muoversi senza intralci, inoltre si dovrebbero alternare aree con pannelli ad aree libere da strutture. Ne siamo coscienti (lasciando perdere l’impatto sul paesaggio)?

Siamo da sempre a favore delle rinnovabili, ma messe nei posti giusti.

Abbiamo utilizzato come titolo, sperando non ci venga chiesto il copyright, una famosa espressione del nostro Presidente di Regione…

Un commento

  1. IL POSTO GIUSTO E’ SEMPRE E SOLO QUELLO LONTANO DA CASA SUA.
    FACCIAMO PAGARE LA BENZINA 5 EURO A QUESTI SIGNORI DEL NO!

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