La quinta commissione del consiglio regionale ha completato i suoi lavori e ha approvato (con l’astensione dell’opposizione) la bozza del nuovo Piano Casa dopo mesi di “feroci” discussioni. La nuova bozza è stata enfaticamente salutata come una norma in grado di accontentare tutti, tanto che l’edizione locale de “La Repubblica” ha titolato a grandi caratteri: «Gli ambientalisti su Piano Casa: un passo avanti per la Puglia» e ha proseguito annotando la generale piena soddisfazione, comprendendo anche gli Ordini professionali e la stessa minoranza consiliare che non ha votato contro ma, appunto, ha scelto di astenersi.
La notizia non è però corretta: diverse voci “ambientaliste” hanno ripetutamente messo in discussione – e in modo fortemente critico – la proposta normativa. Italia Nostra Puglia, lo scorso 11 luglio aveva trasmesso un significativo documento di osservazioni al Presidente e ai Commissari della V Commissione Consiliare, siglato dal suo delegato regionale e consigliere nazionale Giacinto Giglio, che qui riportiamo per opportuna testimonianza:
Osservazioni alla PdL “Programma eco-casa di riqualificazione, rigenerazione e
riutilizzo del patrimonio edilizio esistente”.
Si prosegue in Puglia con la “deregulation urbanistica” già avviata con la LR 39/2021 (impugnata dal Governo) e proseguita con dodicesima proroga del “Piano Casa” (dichiarata incostituzionale). Ora arriva la PdL “Programma eco-casa di riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente”, ma che sarà veramente un programma eco-sostenibile lo assicura il titolo stesso.
Questo avviene mentre l’Assessore Regionale all’urbanistica ha avviato un tavolo di Consultazione per la stesura di una Nuova legge urbanistica regionale. Sorvoliamo sulla relazione illustrativa delle funzioni “demiurgiche” della PdL “EcoCasa” ed esaminiamo l’articolato:
Art.1 – Non si riesce a collegare riuso, riqualificazione… con il rilancio demografico? Se le aree edificate sono già dotate di urbanizzazione I gli Oneri urbanizzazione II saranno utilizzati per servizi e verde o utilizzati per la spesa corrente? La Delibera CC può individuare ZTO in aree di espiazione che non siano edificate o urbanizzate determinando così ulteriore consumo di suolo! Questo articolo è in contrasto con DM 1444/68 che prevede i Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della legge 6 agosto 1967, n.765. (1288Q004) (GU Serie Generale n.97 del 16-04-1968).
Art.2 – Va specificato che il parere paesaggistico va richiesto alla SABAP se le aree ricadano in zone di interesse paesaggistico art. 142 e di notevole interesse pubblico art.136 del Dlgs 42/2008 s.m.i.
Art.3 – Gli ampliamenti del 20% producono ulteriore consumo di suolo, destinare a residenza edifici con diversa destinazione che comporta cambio di destinazione d’uso con aumento del carichi urbanistici in aree prive di attrezzature e servizi! Una cosa è “l’artigianato di servizio” ed altro è insediare attività artigianali incompatibili all’interno di aree residenziali? Al comma 2 si prevede un ulteriore aumento fino a 400 mc, ma per l’attività edilizia che raggiunge solo 2 punti ai sensi della LR13/2008, ma questo, comunque, non evita ulteriore consumo di suolo. Si prevede un’ulteriore deroga del DM 1444/1968 Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della legge 6 agosto 1967, n.765.
Art.4 – ulteriore consumo di suolo con incremento 35% del volume in deroga rispetto al DM 1444/68, gli interventi di ricostruzione a seguito di demolizione non possono modificare la sagoma anche se ricade in area di pertinenza. Incremento volumetrico che rispetta la LR 13/2008 è forse biocompatibile, ma non è ecosostenibile perché consuma ulteriore suolo aggiuntivo al valore 8,15% Regionale nel 2020.
Art.5 – la monetizzazione delle aree a standard a seguito di aumento volumetrico (densificazione) porta ad avere aumento del carico urbanistico e una carenza di servizi. La norma sui parcheggi è in deroga alla Legge “Tognoli” n. 122/198 e la monetizzazione prevista in Puglia e in poche altre regioni crea carenza di parcheggi pertinenziali e pubblici.
Art.6 – Limita la realizzazione di interventi di ampliamento e demolizione/ricostruzione dove gli strumenti urbanistici non lo prevedano, ma invece lo possono prevedere SUE e persino in aree previste a standard urbanistici (servizi e verde). Non si può interventi di ampliamento e demolizione/ricostruzione su beni storici, culturale, architettonici (centri storici) ovvio, ma anche su quelli non tutelati dagli strumenti urbanistici? Sono esclusi gli interventi anche nelle aree vincolate dal PUTT/p e quelle della “città consolidata” (prima degli anni ’50) come definita dall’art. 76 del NTA del PPTR art 143, comma 1, lett. e, del Codice? Sono esclusi gli immobili con vincolo monumentale Dlgs 42/2004 (sic!). Mentre si possono recuperare le volumetrie del Piano Casa (incostituzionale) in aggiunta. Non sono ammessi interventi di ampliamento e demolizione/ricostruzione nelle aree protette, nelle zone a rischio idrogeologico (SIC!).
Per tutte le motivazioni su riportate, Italia Nostra Puglia si dichiara contraria alla PdL “Programma eco-casa di riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente” e chiede all’Assessore Regionale all’urbanistica una nuova Legge Urbanistica Regionale.
Il Delegato di Italia Nostra Puglia (Settore Urban. Paesagg.), Consigliere Nazionale Arch. Giacinto Giglio