Lo scorso 19 luglio le senatrici della commissione ambiente Virginia La Mura e Paola Nugnes hanno presentato una proposta di legge quadro sulla protezione e gestione sostenibile del suolo (AS 2614), frutto dell’elaborazione approfondita e unitaria effettuata da parte dei ricercatori di AISSA (Associazione italiana delle società scientifiche agrarie) con il fattivo contributo di UNASA (Unione nazionale delle accademie per le scienze applicate allo sviluppo dell’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale) e CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
La norma trae ispirazione dalla nuova Strategia dell’Unione europea per il suolo, che fissa una serie di traguardi di medio e lungo termine per contrastare efficacemente l’avanzata della desertificazione e garantire suoli sani in tutto il territorio dell’Unione europea entro il 2050. E l’incipit della sua relazione introduttiva ne riprende il concetto-guida: «Troppo pochi sanno che il nostro futuro dipende dallo strato sottile che si estende sotto i nostri piedi. Il suolo e la moltitudine di organismi che in esso vivono ci forniscono cibo, bio massa, fibre e materie prime, regolano i cicli dell’acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra. Occorrono migliaia di anni per produrre pochi centimetri di questo tappeto magico».
Secondo la Commissione europea, si stima che una percentuale tra il 60-70 per cento dei suoli nell’Unione europea non è in buona salute: i suoli continuano ad essere soggetti a processi di forte degrado, come l’erosione, la compattazione, la riduzione di materia organica, l’inquinamento, la perdita di biodiversità, la salinizzazione, l’impermeabilizzazione, a causa di un uso e una gestione insostenibili, dell’eccessivo sfruttamento e dell’emissione di sostanze inquinanti.
In Italia il quadro conoscitivo relativo al suolo è assolutamente lacunoso, incompleto, frammentato e non aggiornato. Si consideri, ad esempio, che i criteri di valutazione del degrado del suolo differiscono da regione a regione, vi è una parziale disponibilità dei dati pedologici, non si dispone di dati sulle funzioni idrologiche dei suoli. Ciò impedisce una efficace tutela e gestione dei suoli italiani.
Per rimediare a tale situazione il disegno di legge istituisce una banca dati pedologica nazionale, in scala 1:50.000, per la stima dei servizi ambientali svolti dai suoli e dagli ecosistemi agroforestali.
Individua, inoltre, specifiche misure per la protezione e gestione sostenibile dei suoli, attività di divulgazione e informazione per i cittadini e buone pratiche agro-silvo-pastorizie per le amministrazioni locali e per le aziende rurali, corsi di formazione universitari di pedologia e istituisce, presso l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), il Centro nazionale per la protezione e la gestione sostenibile dei suoli (CENPSU), definendone le competenze.
Qui potete scaricare il testo integrale del Disegno di Legge.