Giovedì 6 ottobre si è aperta la Conferenza dei Servizi, convocata dalla Regione Toscana, chiamata a decidere sull’ennesimo ampliamento della discarica di Legoli, un ampliamento talmente vasto (5.275.000 metri cubi di rifiuti, prospettive di smaltimento di rifiuti speciali per 22 anni) da poterla considerare una nuova discarica. Un raddoppio rispetto alla volumetria dell’ attuale impianto fino a raggiungere oltre 8 milioni e mezzo di metri cubi: una nuova collina.
Si tratta di una decisione che peserà in modo definitivo su questo angolo di Valdera destinato negli anni a diventare uno dei principali siti regionali di smaltimento, per colpa di chi ha governato a Peccioli e per l’inerzia della politica governativa che ancora tentenna tremendamente rispetto alla corretta gestione dei rifiuti e di fronte all’opzione zero.
Ma stavolta, più che mai, contro questa nuova discarica si è schierato un fronte di numerose associazioni ambientaliste, movimenti ed associazioni locali, comitati che vanno dalla costa livornese alla piana fiorentina, per finire alla minoranza in consiglio comunale a Peccioli e addirittura il Comune di Palaia dirimpettaio.
Perché da buona parte di questi soggetti sono state presentate a più riprese precise e puntuali osservazioni alla Regione Toscana fino ad arrivare al contraddittorio tra le parti che si è svolto in settembre?
• È un progetto non necessario (le volumetrie sono già capienti ed esistono altri impianti sul territorio);
• si trova ancora una volta lontano dai centri di produzione degli speciali (genererebbe un aumento notevole del traffico da e verso la FI-PI-Li, con grave turbamento degli equilibri ed aspetti ambientali);
• è un progetto che non ha una logica per dimensioni e durata e che andrebbe ad aggravare una situazione ambientale pluridecennale (vedi l’irrisolto problema delle maleodoranze nei paesi vicini all’impianto esistente), affiancandosi all’altro nuovo “misterioso” impianto di cui si parla da tempo ma che non vede la luce;
• ha un impatto ulteriormente appesantito in una zona in cui non è mai stata effettuata un’indagine sanitaria sulla popolazione;
• è una discarica che, come abbiamo sempre teso ad evidenziare, si pone a meno di 500 metri dal centro abitato di Legoli, limite ritenuto tra i fattori autorizzativi escludenti;
• è un progetto che vanificherebbe gli sforzi del Comune di Palaia e della regione stessa che stanno investendo massicciamente su quel territorio;
• in ultimo è un progetto apertamente in contrasto con le linee guida sull’economia circolare più volte declamate dalla Regione Toscana.
E perché da parte di Belvedere le risposte alle osservazioni presentate sono state spesso lacunose, evasive o addirittura inesistenti?
Vogliamo confidare che la Regione non deleghi l’impiantistica al privato e che non si contraddica in termini strategici ancora prima di aver definito un piano regionale dei rifiuti. Se la Regione fa passare questo impianto, delega alla Belvedere il compito di realizzare una parte significativa del Piano regionale dei rifiuti che, a questo punto, si occuperà solo di dettagli.
Purtroppo per la Valdera, che si candida a capitale della cultura, il raddoppio della discarica di Legoli, insieme alla riapertura della discarica di Chianni, diventa una candidatura a Capitale dei Rifiuti.
Movimento Tutela Ambiente e Territorio di Montefoscoli
Legambiente Valdera
Assemblea contro le nocività, Presidio NoInc No Aereo, piana fiorentina
AlterPiana Firenze, Prato, Pistoia
Medicina Democratica, Firenze