A cura di Legambiente Carrara.
È desolante essere costretti a intervenire per l’ennesima volta per contrastare l’idea, proposta dall’assessore all’urbanistica, di acquisire villa Ceci, concedendo ai proprietari di edificare all’interno dell’area, lungo viale XX settembre (urbanistica perequativa).
Già nel quesito del Referendum, da noi promosso nell’ormai lontano 2001 per ottenere il “Parco di Villa Ceci”, chiedevamo proprio di cancellare le previsioni edificatorie su viale XX settembre, inserite nel Piano Strutturale Pontuale con intento perequativo.
Con la scellerata variante del 2009, il carico urbanistico sull’area è enormemente aumentato, fino a prevedervi l’improponibile insediamento di ben 1371 abitanti.
L’esondazione del Carrione nel 2014, col suo carico di distruzione nell’area Ceci (e in tutta Marina est), sembrava aver riportato le amministrazioni a più miti consigli; ma, come abbiamo più volte dovuto evidenziare, nessuna amministrazione, a oggi, è riuscita a pianificare una reale e lungimirante tutela di questo ultimo prezioso lembo rurale, scampato all’invasiva urbanizzazione della costa. Infatti, né il Regolamento urbanistico prima né il POC da ultimo approvato, hanno disposto misure idonee per la salvaguardia dell’area, lasciando peraltro inalterata la previsione del grande insediamento abitativo previsto dall’ancora vigente Piano Strutturale del 2009. Dunque solo un nuovo Piano strutturale o una variante a quello vigente avrebbero il reale potere di cambiare le carte in tavola per eliminare le mire edificatorie e salvare l’area.
Torniamo comunque a ribadire che, per noi, l’idea di eventuale “Parco” non deve vedere l’aggiunta di “un solo grammo di cemento” pertanto non deve comprendere la realizzazione di strutture sportive e di fruizione né di infrastrutturazioni di qualsiasi genere che incrementerebbe ancora l’impermeabilizzazione di ulteriori suoli: cosa di cui Carrara non ha sicuramente bisogno.
Abbiamo sempre fatto riferimento a un eventuale “Parco leggero”, la cui gestione comporti costi nulli o minimi, pensato come mero luogo di passeggiate, di incontri e di svago all’aria aperta e pertanto strettamente connesso con l’originario assetto rurale dell’area.
Proprio per questo riteniamo che tutto il quadrilatero compreso tra viale XX settembre, via Covetta, via Marco Polo e via Argine destro debba essere mantenuto integro nella sua interezza e dunque debba rientrare nella disciplina del territorio rurale classificato dalla legislazione regionale.
Questa scelta comporterebbe tre indubbi e reali vantaggi:
- far capire chiaramente ai proprietari e a eventuali speculatori che in quell’area non si potrà più costruire;
- ridurre il costo dei terreni in modo da renderne meno oneroso un eventuale esproprio;
- conservare e migliorare un “territorio spugna”, mantenendo così elevati livelli di sicurezza idrogeologica per la piana.
Ribadiamo quindi la nostra netta contrarietà a ogni perequazione tra l’area Ceci e la possibilità di edificare lungo viale XX settembre.
Riproponiamo inoltre la necessità di delocalizzare gli insediamenti marmiferi, posti lungo l’asta del Carrione, per riqualificare il torrente, allargandone sensibilmente il tratto terminale, garantendo così anche una maggior sicurezza idraulica.
Non cambia mai niente. Carrara non ha mai brillato per sensibilità ambientale. E’ una città cui sono molto affezionata, ma mi pare sia una causa persa, purtropp.