Un gruppo di residenti di Breuil-Cervinia ha appreso con sgomento l’esistenza di un progetto edilizio, soprannominato The Stone, che prevede l’abbattimento dello storico e centrale Hotel Fosson. Si tratta di un grattacielo/muro di nove piani, alto 30 metri, progettato dallo studio di architettura Peluffo per conto dell’impresa edile Vico di Ezio Colliard. Un colosso di cemento incombente ed opprimente, calato in modo del tutto inappropriato nel centro del Paese, destinato a togliere aria e luce a mezza Cervinia.
I residenti, che si stanno costituendo in comitato, sanno che non c’è tempo da perdere e per questo vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica e il sindaco Jean Antoine Maquignaz, al quale hanno indirizzato una lettera di protesta (qui si riportano degli stralci).
“In modo per noi incomprensibile, le necessarie autorizzazioni da parte della Regione Valle d’Aosta (Commissione Paesaggistica), della Soprintendenza alle Belle Arti e della Commissione Edilizia comunale sono già arrivate e su tali aspetti sono in corso verifiche da parte di svariati Studi Legali interpellati dai condomini confinanti. Tuttavia, per dare il via libera definitivo alla costruzione di The Stone, manca ancora la firma del Sindaco. E’ per tale ragione che oggi ci rivolgiamo alla Sua persona.
Signor Maquignaz, nel corso della conferenza indetta nei giorni scorsi dalla Vico per illustrare il progetto è stato affermato chiaramente che il futuro di Cervinia è a sviluppo verticale per soddisfare la crescente domanda di turisti internazionali a caccia dell’ultima neve. Ma noi, residenti e appassionati del Breuil e della sua storia, non vogliamo che diventi la Dubai delle Alpi. Desideriamo, invece, che assomigli sempre di più alla vicina Zermatt che entro quest’anno verrà collegata con una nuova funivia”.
Se la costruzione di The Stone andrà in porto, vuol dire che avrà vinto l’avidità e la speculazione, altri grattacieli sorgeranno, la Dubai delle Alpi diventerà realtà. Anziché edificare un grattacielo di 30 metri a beneficio di soli 9 privati (esatto, 9 appartamenti di 160 mq l’uno!) non sarebbe più opportuno favorire al più presto la riqualificazione della Gran Baita, monumento al degrado e alla trascuratezza che da mezzo secolo fa vergognare i Cervinesi?
“Signor Sindaco, ci sostenga nel preservare la nostra dimensione culturale! Lei ha l’occasione e l’opportunità politica e tecnica di fermare l’insulto incombente ed opprimente di “The Stone”. Di passare alla storia come il sindaco che ha salvato l’anima di Cervinia”.
Della nostra azione sono già stati informati e documentati il Fondo Ambientale Italiano, Italia Nostra-Sezione Piemonte e Valle d’Aosta e Legambiente. Ora non resta altro che chiedere il sostegno dei residenti e degli amanti della montagna: firmate questa petizione e associatevi alla nostra richiesta al sindaco di Cervinia perché fermi questo scempio.
E’ possibile sottoscrivere questa petizione on line qui.
E che dire della svendita della Dolomiti con la mega – espansione del rifugio Santander! Questi studi di architettura sono un pericolo per la loro forsennata bulimia di cemento.Le nostre montagne ,le nostre coste sono le loro prede.C’è una sorta di accanimento terapeutico contro la bellezza e l’articolo 9 della Costituzione.
Siamo alle solite..nessun rispetto per l’armonia del paesaggio..già ora cervinia è priva di fascino alpino per via di queste costruzioni alienanti..ma dove stanno gli enti preposti a tutelare l’identità montana!?
Non capisco come mai la Soprintendenza abbia dato il nullaosta.F. A.