di Serena Mattia
Non c’è pace per la brughiera nel Parco regionale del Ticino.
È da poco uscito l’ultimo rapporto dell’ISPRA sul consumo di suolo e la Lombardia si giudica il primo posto per consumo di suolo per il terzo anno di fila.
Sarà perché la regione non intende rinunciare a questo triste primato che si vogliono cementificare altri 44 ettari di suolo occupati dalla brughiera più meridionale d’Europa per estendere l’area cargo dell’aeroporto di Malpensa.
Il progetto “Masterplan Malpensa 2035”, localizzato nella Provincia di Varese e nei territori comunali adiacenti, prevede la costruzione di una nuova area dedicata ai voli cargo, strutture edilizie a servizio dell’attività aeroportuale e interventi di riordino del sistema della viabilità interna.
Tutto questo a discapito della brughiera, un habitat estremamente raro in Italia, ricco di biodiversità, contraddistinto da una composizione floristica particolare che lo differenzia dalle brughiere del centro Europa.
L’Università dell’Insubria e l’Università di Pavia hanno condotto una serie di indagini floristiche e vegetazionali che hanno permesso di implementare le conoscenze sulle valenze ecologiche del sito. L’analisi della flora ha consentito di censire 332 taxa, molti dei quali sottoposti a diverse tipologie di protezione.
Per quanto riguarda l’avifauna, qui sono presenti 184 specie di uccelli, di cui 52 di interesse comunitario, tra cui il falco pecchiaiolo, il succiacapre e l’averla piccola.
Trovano poi l’habitat ideale la ninfa delle brughiere (Coenonympha oedippus), una delle cinque farfalle più minacciate d’Europa e l’invernina delle brughiere (Sympecma paedisca), una libellula classificata come in pericolo critico dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Con il Decreto ministeriale 282 dell’8 giugno 2023 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva provato a salvare quest’area, aveva infatti dato il via libera al piano generale di espansione dello scalo di Malpensa, a condizione che la crescita della zona merci non fosse uscita dal sedime aeroportuale attuale. Per valutare la fattibilità del progetto, era stata eseguita anche una valutazione di impatto ambientale (VIA) che aveva approvato l’ampliamento dell’aeroporto stabilendo che questo non avrebbe dovuto danneggiare la brughiera circostante.
Insomma, una giusta soluzione per poter coniugare ambiente ed economia.
Inoltre, la Commissione VIA riteneva necessario che la Regione assumesse decisioni in merito alla proposta di istituzione del SIC/ZPS (sito di interesse comunitario/zona a protezione speciale) “Brughiere di Malpensa e Lonate”, come proposto dal Parco regionale del Ticino.
Ma il Parlamento ha annullato la decisione del Ministero dell’Ambiente. Con un emendamento al decreto Aria, convertito in legge lo scorso 24 ottobre, ha di fatto reso inutile il contenuto del DM 282 dell’8 giugno 2023, stabilendo che il progetto dovrà essere riconsiderato.
In questo modo potrà essere rivalutato il piano originale di SEA, la società che gestisce l’aeroporto, piano che prevedeva di costruire l’area cargo sulla brughiera, proprio su quell’area che andrebbe protetta, a dimostrazione del fatto che la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi continua ad essere ignorata, nonostante sia tra i principi fondamentali della nostra Costituzione.
Adesso possiamo dire che la pur ottima modifica dell’art. 9 Costituzione non è servita a niente se poi il potere non la rispetta minimamente. L’Italia è destinata a essere sepolta sotto una coltre di cemento e asfalto se l’opinione pubblica non si sveglia e inizia a non votare più per i partiti cementiferi (quasi tutti).